Sabella: “A Roma bisogna ripartire da zero” | L’ex magistrato interviene su Mafia Capitale

di Redazione

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Sabella: “A Roma bisogna ripartire da zero” | L’ex magistrato interviene su Mafia Capitale

| sabato 06 Giugno 2015 - 10:19

Cosa serve a Roma per guarire? “Di un anno zero”. Secondo Alfonso Sabella, il magistrato assessore alla Legalità della giunta Marino, al Comune di Roma, però, non è stata fatta ancora completa pulizia. In un’intervista concessa a Repubblica, Sabella ha rilevato che tutti i burocrati indagati per Mafia Capitale “sono ancora dirigenti del Comune, anche se non nello stesso posto dove avrebbero commesso gli illeciti”.

“Ai tempi di Tangentopoli – ha detto Sabella – Pier Camillo Davigo mi raccontò un aneddoto: se io invito a casa un amico e vedo che si porta via l’argenteria, io non aspetto la sentenza passata in giudicato per non invitarlo più a pranzo. Ecco, con il sistema normativo che abbiamo in Italia, se io mi accorgo che un determinato dirigente non fa bene il suo lavoro o è corrotto, non posso fare nulla, lo devo tenere, è arduo persino trasferirlo”. Secondo il magistrato, allora, occorre “modificare la legge, dare alla pubblica amministrazione la possibilità di non invitare più a pranzo i dipendenti di cui non si fidano, che hanno commesso irregolarità o sono incapaci. E se finisce in carcere, non deve ricevere lo stipendio”.

“Il Parlamento – sottolinea l’ex pm antimafia – deve mettersi una mano sulla coscienza e dotare la pubblica amministrazione dei poteri necessari per combattere la corruzione che è il carburante delle bande criminali. Lascia l’amaro in bocca vedere che a Roma la politica si è venduta per un piatto di lenticchie: gente che per mille euro al mese ha tradito la fiducia di migliaia di cittadini”.

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