Isis, sventato attentato terroristico a Londra | In Tunisia chiuse 80 moschee, turisti in fuga

di Redazione

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Isis, sventato attentato terroristico a Londra | In Tunisia chiuse 80 moschee, turisti in fuga

| sabato 27 Giugno 2015 - 08:48

Il giorno dopo la strage di Sousse e l’attentato di Lione, l’Europa torna a temere la minaccia jihadista dell’Isis. Secondo quanto riportato da “The Sun”, l’unità antiterrorismo di Scotland Yard avrebbe sventato un attentato terroristico a Londra.

Il piano di un gruppo di jihadisti legati all’Isis, prevedeva di far esplodere un ordigno durante la parata con cui si celebra il giorno delle forze armate nella capitale britannica.

Una vera e propria escalation di terrore alla quale tutti i principali governi dell’area del Mediterraneo provano a reagire. “Ormai la domanda non è più se ci sarà un attentato, ma quando”, ha detto il premier francese, Manuel Valls.

“È difficile per una società vivere per anni sotto minaccia, ma la Francia deve imparare a convivere con la minaccia costante di attentati terroristici”, ha quindi aggiunto.

Il governo tunisino guidato da Habib Essid, ad esempio, ha deciso la chiusura di 80 moschee non controllate dallo Stato, per incitamento alla violenza. Un provvedimento tampone al quale ne seguiranno altri ben più drastici.

Ed è proprio il massacro tunisino a preoccupare maggiormente, in primis per la sua portata simbolica: “Ancora una volta si colpisce la Tunisia. Non a caso – ha sottolineato l’Arci – È qui infatti che la primavera araba ha dato i frutti più duraturi”. Intanto migliaia di turisti lasciano il Paese.

È di almeno 15 morti il bilancio dei turisti britannici rimasti uccisi nell’attacco terroristico a Sousse. Lo ha confermato il Foreign Office, scrive la Bbc, mentre il sottosegretario agli Esteri Tobias Elwood ha avvertito che il bilancio potrebbe ancora salire. Si tratta, ha detto, “del più grave attentato contro cittadini britannici” da quelli del 7 luglio 2005 a Londra.

“È qui che il fondamentalismo religioso non ha sfondato. È qui che le istituzioni e la società civile si ergono a barriera dei nuovi spazi democratici – prosegue la nota – Tutto questo si oppone di fatto alle mire espansionistiche del califfato. Quindi deve essere abbattuto. È una logica crudele che non conosce remore”.

Un attentato mirato: “La Tunisia viene colpita in uno dei punti chiave della sua economia: il turismo. Purtroppo il Consiglio europeo é più impegnato in una vera e propria guerra contro i migranti – accusa l’Arci – piuttosto che a trovare un nuovo piano per fermare l’Is ed aiutare la democrazia nella regione mediterranea”.

“Ma difendere la democrazia in Tunisia dev’essere una priorità assoluta, nello stesso interesse dell’Europa, perché è dalla frustrazione sociale e dalla mancanza di lavoro che traggono alimento le culture violente e reazionarie“.

La soluzione? “L’Europa dovrebbe sollevare dal debito quel paese, debito accumulato durante la dittatura di Ben Alì, il pagamento dei cui interessi privano la Tunisia di qualsiasi possibilità di investimenti pubblici per l’occupazione“.

“Vanno fermati gli accordi di libero scambio completo e approfondito (ALECA), che aprono all’invasione delle multinazionali e distruggono la fragile economia locale”.

In sostanza: “Questo serve per fermare anche il terrorismo, di sicuro non un nuovo intervento militare, dal momento che sono stati i precedenti ad alimentarlo. Insieme a una lucida politica di pace, di cooperazione e di solidarietà – conclude l’Arci – È ciò che manca e per cui ci battiamo”.

 

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