Caos Catania, dopo le ammissioni di Pulvirenti l’incubo si chiama radiazione

di Emanuele Termini

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Caos Catania, dopo le ammissioni di Pulvirenti l’incubo si chiama radiazione

| lunedì 29 Giugno 2015 - 16:03

Potrebbe non essere più la retrocessione in Lega Pro la peggiore delle pene per il Catania. Dopo le sconcertanti ammissioni del presidente Pulvirenti, il popolo rossazzurro comincia a prendere consapevolezza di quanto imprevedibili possano essere le determinazioni della giustizia sportiva. Sulle tempistiche si sa davvero poco, ma è certo che il procuratore federale Palazzi farà di tutto pur di agevolare la stesura dei calendari di B e Lega Pro.

Gli incartamenti della Procura giungeranno nelle mani della FIGC probabilmente dopo il 15 di luglio, termine ultimo per l’iscrizione al prossimo campionato cadetto. Il Catania comunque, oltre alle evidenti difficoltà economiche testimoniate dai ritardi nei pagamenti degli stipendi e da alcune dichiarazioni di Cosentino intercettate nell’ambito delle indagini, potrebbe decidere di “passare” la mano su queste incombenze.

Il perché è di facile intuizione. Il club fiuta il rischio della radiazione, una condanna senza appelli che comporterebbe l’eliminazione del club dal panorama del calcio professionistico. Sono ore febbrili, difficili da decifrare. L’unico raggio di speranza filtra dalle parole del presidente della Lega di B Andrea Abodi: “La giustizia sportiva prevede per responsabilità diretta la radiazione per le persone, la retrocessione per le società”.

“Ad essere offesi sono prima di tutto i tifosi e poi tutti quelli che lavorano nel calcio onestamente – ha risposto su Twitter ai tifosi – Altre squadre coinvolte direttamente? Per sapere nel dettaglio aspettiamo che i magistrati di Catania facciano il loro lavoro e lo condividano con la Procura Federale”. Ma ci sono alcuni aspetti sui quali è necessario soffermarsi per evitare che casi come quelli del Catania diventino tremendamente frequenti.

Il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori Damiano Tommasi propone un’interessante chiave di lettura dei fatti: “Del caso Catania allarma che si possano coinvolgere nel presunto illecito uno o due giocatori e che il resto della squadra giochi ignara. E che questo comportamento si possa protrarre per più partite”, ha detto a margine della presentazione del report “Calciatori sotto tiro”.

“Il singolo corrotto all’interno della squadra – aggiunge Tommasi – scredita tutto il resto dello spogliatoio. La crisi economica dei club ha reso appetibili alcuni tesserati nel coinvolgimento di questi fatti. Non è un caso che una società vicina al default come il Monza fosse stata coinvolta in illeciti. È uno dei motivi per cui ho alzato l’asticella dell’attenzione sul Parma”.

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