Migranti, i tremendi racconti dei sopravvissuti | “Pugnalati e picchiati per rimanere in stiva”

di Redazione

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Migranti, i tremendi racconti dei sopravvissuti | “Pugnalati e picchiati per rimanere in stiva”

| venerdì 28 Agosto 2015 - 08:05

Le ferite riportate dopo essere stati accoltellati e bastonati per impedire loro di uscire, e per le esalazioni dei gas di scarico, avrebbero causato la morte dei migranti trovati nella stiva del barcone soccorso dal pattugliatore svedese Poseidon che ieri sera è approdato a Palermo con a bordo 571 persone e 52 cadaveri.

Questo è quanto emerge dalle testimonianze dei sopravvissuti, provenienti da Siria, Sudan, Guinea, Palestina, Pakistan, Iraq, Bangladesh, Tunisia e Marocco e raccolte dagli operatori dell’Unchr e di Medici senza frontiere che ieri hanno fornito assistenza psicologica ai migranti.

Due erano i barconi su cui viaggiavano i 571 migranti, salvati dal pattugliatore svedese che da tre mesi è impegnato nelle operazioni di Triton nel Canale di Sicilia. Sarebbero poco più di un centinaio le persone partite da Tripoli martedì scorso, le altre 460, invece, sono salpate mercoledì notte da Zuwara a bordo di un barcone in legno, lungo poco più di 20 metri.

Secondo i racconti, dopo cinque ore di navigazione sarebbero sorti alcuni problemi ai motori. Proprio nella stiva di quest’ultima “carretta”, dove erano state ammassate oltre duecento persone, sono stati scoperti i cadaveri di 52 persone. I racconti rivelano particolari agghiaccianti.

“Un gruppo di dodici sudanesi ai quali abbiamo fornito supporto psicologico ci ha detto che si trovavano nella stiva del barcone e di aver visto morire quattro amici – racconta il coordinatore del team di primo supporto psicologico di Msf, Dario Terenzi – Dicono di essere stati costretti a restare sottocoperta, di aver subito percosse per evitare che uscissero“.

Violenze fisiche e psicologiche: “Uno di loro ci ha anche riferito che una delle 52 vittime era suo cognato: pugnalato a morte per aver tentato di uscire dalla stiva. Dopo aver fornito loro assistenza, abbiamo fatto in modo che restassero insieme per evitare altri traumi”.

“Alcuni migranti hanno raccontato di aver subito violenze fisiche – prosegue lo psicologo – i sanitari in non pochi casi hanno riscontrato ferite da arma da taglio“. A stabilire la causa dei decessi sarà l’esito delle ispezioni sui cadaveri, delle autopsie e degli esami tossicologici, che saranno eseguite sulle salme dai sanitari dell’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo.

Le operazioni di accoglienza dei 571 migranti sbarcati ieri sera a Palermo si sono concluse a tarda notte. Tra i superstiti anche sette donne incinte (due delle quali sono state trasportate in ospedale) e 16 minori non accompagnati affidati alle cure di Save the Children.

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