Ant-Man: per essere degli eroi non servono super poteri… basta essere Uomini!

di Antonino Mancuso

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Ant-Man: per essere degli eroi non servono super poteri… basta essere Uomini!

| venerdì 11 Settembre 2015 - 16:57

Regia: Peyton Reed
Soggetto: Stan Lee, Larry Lieber, Jack Kirby
Sceneggiatura: Adam McKay, Paul Rudd
Produttore: Kevin Feige
Durata: 117 min.
Cast: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Corey Stoll, Bobby Cannavale, Michael Peña, Wood Harris, Judy Greer, David Dastmalchian, Michael Douglas

Arriva finalmente quella che la Marvel aveva annunciato essere “la fase due della propria epopea cinematografica” e ad inaugurarne la scena è proprio l’attesissimo Ant-Man che, nonostante la sua natura ritenuta secondaria, riesce a ritagliarsi un posto di riguardo all’interno dell’universo supereroistico. Questo film non è altro che il distacco netto dai precedenti canoni di stampo fumettistico ai quali eravamo abituati.

A cavallo di una formica, Ant-Man segue la scia dei “Guardiani della Galassia” per arrivare dove molti altri hanno miseramente fallito. Dopo tante prove, forse, la Marvel si è ben resa conto che per ogni eroe si addice uno stile differente di regia evitando il rischio di rimanere ancorati ai vecchi standard. Peyton Reed, cosciente delle proprie capacità, riesce a portare in sala un personaggio che, seppur minore, è in possesso di contenuti in continuo rialzo che esaltano e coinvolgono il pubblico abbastanza da camuffare, seppure temporaneamente, le piccole imperfezioni di contenuto presenti durante la storia.

A smorzare i tempi narrativi c’è una sceneggiatura che non si prende troppo sul serio e sulla quale viaggia un Paul Rudd che ci offre l’interpretazione di un personaggio alquanto anomalo, un protagonista che prima d’esser eroe è padre, e che “super”, sarebbe disposto a diventarlo solo ed esclusivamente per poter tornare grande agli occhi della figlia. Il tema della diversità e del supereroismo come riscatto, rappresentano il punto cardine della storia, già da tempo divenuto il marchio di fabbrica della casa produttrice. Mentre gli Avengers salvano la Terra da minacce aliene, Scott Lang si batte all’interno di una cameretta per bambini che non mostra solo una leggerezza scenografica, bensì un campanello d’allarme verso ciò che oggi si va sempre più perdendo; il lottare per uno scopo senza il quale sarebbe inutile sacrificarsi.

Contro ogni pronostico Reed mostra il cinecomic per quello che è davvero: qualcosa di poco impegnativo e a tratti imbarazzante. Il protagonista è abilissimo nel trasmettere le emozioni e non si vergogna neppure di farlo.

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