Manifesti choc a Catania, il padre si giustifica | “Non è mafia, i media hanno interpretato male”

di Redazione

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Manifesti choc a Catania, il padre si giustifica | “Non è mafia, i media hanno interpretato male”

| lunedì 21 Settembre 2015 - 09:29

“Ma quale mafia. La frase ‘Cosa nostra’ era intesa come ‘cosa di mia moglie e mia’”. Sono le parole del padre del bambino che ha fatto affiggere manifesti 6 metri per 3 che annunciavano il battesimo con nome e cognome e con la scritta ‘Questa creatura meravigliosa è cosa nostra’ e la foto del piccolo con la coppola in testa.

L’uomo, intervistato dal quotidiano La Sicilia, che ha, appunto, reso pubblico nome e viso del piccolo ha detto “Ho sicuramente fatto una cosa che è stata male interpretata. I mass media hanno gonfiato la situazione senza rispettare la privacy”.

“La cosa che mi ha dato più fastidio – ha aggiunto – e che nessuno ha parlato delle cose positive che mi riguardano. In carcere mi sono laureato in scienza dell’economia aziendale ad Alessandria e in Giurisprudenza a Messina. Ho pagato il mio debito e da 5 anni sono un uomo libero e pulito, faccio l’impiegato”.

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