Riforme Senato, nuovo emendamento canguro| Ecco ‘Cociancich bis’, protesta dalle opposizioni

di Redazione

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Riforme Senato, nuovo emendamento canguro| Ecco ‘Cociancich bis’, protesta dalle opposizioni

| giovedì 01 Ottobre 2015 - 10:31

È stato approvato l’emendamento Cociancich  “canguro” presentato dal senatore del Pd all’articolo 1 del ddl Boschi con 177 sì, 157 no e 2 astenuti. L’emendamento assorbe l’emendamento di Anna Finocchiaro che recepiva gli accordi di maggioranza, ed è scritto in modo tale da essere votato tra i primi.

L’aula del Senato ha approvato con 172 sì, 108 no e tre astenuti anche l’articolo 1 del testo di riforma della Costituzione, che ridefinisce le funzioni e la natura del nuovo Senato, modificando il contenuto dell’attuale articolo 55 della Carta.

Proteste  dell’opposizione. Il senatore della Lega Roberto Calderoli aveva chiesto al presidente del Senato, Pietro Grasso, di convocare subito la Giunta per il Regolamento per esaminare le varie contraddizioni che sarebbero emerse nella valutazione degli emendamenti anche tra Aula e Commissione.

E il senatore Pd  Cociancich  poi ha scritto un secondo emendamento “canguro” all’art.21 del ddl Boschi. Una proposta di modifica (la 21.200) che, riscrivendo l’articolo che riguarda l’elezione del capo dello Stato, farebbe decadere tutti gli altri emendamenti. “È un altro emendamento canguro”, denuncia Loredana De Petris. In fermento la  minoranza Pd.

 

E si passerà poi all’articolo 2 il cuore della riforma, che affronta la composizione del Senato, e su cui c’è un emendamento che recepisce gli accordi interni al Pd e con tutta la maggioranza.

Mercoledì il “canguro” era stato oggetto di un duro scontro dentro e fuori dall’aula. II primo giorno di voti in Aula è stato contrassegnato da tensioni e proteste delle opposizioni.

“Informo che all’articolo 2 sono state apportate modificazioni al solo comma 5. Dichiaro quindi ammissibili soltanto emendamenti soppressivi o modificativi di tale comma. In alternativa, su tutto l’articolo, sono ammissibili soltanto emendamenti soppressivi. L’elenco verrà distribuito”, ha detto il presidente del Senato, sciogliendo la riserva sull’articolo 2.

Alle proteste dell’opposizione Matteo Renzi ha replicato al Tg3: “Con 70 milioni di emendamenti l’obiettivo era bloccare la riforma ma non ce la faranno: arriverà in porto. E poi con 380mila emendamenti si può parlare di tutto tranne che di mancanza di diritti dell’opposizione”. Il premier è convinto di avere l’appoggio degli italiani. Da un lato perché i dati economici dimostrano che “le riforme fanno ripartire l’Italia”, dall’altro perché “i cittadini sanno chi bluffa” e milioni di emendamenti sono un bluff.

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