Vatileaks, il Papa deluso ma determinato | Spunta un nuovo scandalo finanziario

di Redazione

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Vatileaks, il Papa deluso ma determinato | Spunta un nuovo scandalo finanziario

| mercoledì 04 Novembre 2015 - 11:14

Dopo l’arresto dei presunti “corvi” del Vaticano, il Papa è “deluso ma sereno”  e vuole “andare avanti con serenità e determinazione”. Fonti vaticane riassumono così lo stato d’animo del Pontefice che ora starebbe pensando solo al suo prossimo viaggio pastorale in Centrafrica e non alla fuga dei documenti riservati dal Vaticano.

Intanto un altro scandalo, questa volta finanziario, coinvolge la Santa Sede. L’ufficio del promotore di giustizia presso il tribunale dello stato della città del Vaticano, ha avviato le indagine relative ad operazioni di compravendita di titoli e transazioni riconducibili a Gianpietro Nattino, presidente di Banca Finnat Euramerica Spa. Per questo ha chiesto la collaborazione a Italia e Svizzera, tramite rogatorie.

Nattino è indagato per operazioni di compravendita titoli e transazioni. Lo ha detto padre Federico Lombardi. Il portavoce della Sala Stampa vaticana tuttavia assicura che l’inchiesta sulla fuga di documenti riservati dal Vaticano non registra “attualmente altri indagati”. “Che alla luce delle risultanze degli interrogatori si facciano altre verifiche fa parte della normalità”, ha aggiunto.

Lo stato d’animo dello stesso Francesco nell’omelia per la messa celebrata  in San Pietro. Il Papa ha sottolineato che “non bisogna preoccuparsi troppo se qualcosa in questo mondo non va per il verso giusto. Non dobbiamo inquietarci – ha raccomandato – per quello che ci manca quaggiù, ma per il tesoro di lassù, non per quello che ci serve, ma per ciò che veramente serve”. Esortando a “essere liberi dagli affanni delle cose effimere, che passano e svaniscono nel nulla”

Sul fronte dell’inchiesta giudiziaria, Francesca Immacolata Chaouqui, la pierre e lobbista coinvolta nella fuga di documenti riservati dal Vaticano assieme al monsignore spagnolo Lucio Angel Vallejo Balda, è stata nuovamente interrogata oggi dal procuratore di giustizia della Santa Sede, Gian Piero Milano. Assistita dal suo difensore, l’avvocato Giulia Bongiorno, la donna da subito aveva fornito piena collaborazione agli inquirenti ed era stata per questo rilasciata immediatamente. Il prelato resta invece in stato di arresto.

La donna aveva affidato la sua autodifesa ai social network. “Non sono un corvo, non ho tradito il Papa”, ha twittato. “Non ho mai dato un foglio a nessuno. Mai a nessuno”. E poi ancora, su Facebook: “Niente compatimenti per favore, io sono a testa alta, niente di cui vergognarmi. Non c’è niente che abbia amato e difeso più della Chiesa e del Papa. Avrei potuto stare a casa e non presentarmi in Vaticano ma come sempre ho anteposto tutto al Papa. Adesso le cose andranno a posto”, ha assicurato, ribadendo “totale fiducia negli inquirenti”.

Quanto ai documenti provenienti dall’archivio della Commissione referente e diffusi fraudolentemente, i più recenti risultano risalire ad un anno e mezzo fa. Fotografano cioè nella sostanza la situazione che Francesco ha trovato al momento della sua elezione, il 13 marzo 2013. Una situazione alla quale il pontefice ha iniziato a porre rimedio, con un cambiamento di passo che ha creato malumori in alcuni ambienti dai quali si vorrebbe ora accreditare l’idea di un Papa dal fallimento del suo tentativo di riforma.

Non è così, fanno notare fonti vaticane: tra l’altro le persone attualmente incriminate, monsignor Balda e Francesca Chaouqui, al termine del lavoro della Cosea hanno lasciato l’incarico e non sono state coinvolte – a differenza degli altri membri della Commissione – nei nuovi organismi voluti proprio da Francesco nel febbraio 2014.

E  ai microfoni di TV2000 il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, tra i più vicini al Pontefice ha raccontato di avere avuto un colloquio con il Papa proprio mentre veniva sentita di nuovo Chaoqui. “Abbiamo parlato di altro e non di questo, ma il Papa non mi è sembrato particolarmente amareggiato”, ha fatto notare, ammettendo di ritenere personalmente che la nuova fuga di documenti “non e’ una debacle per la Chiesa ma un momento bello in cui stanno emergendo le negatività e le fragilità. A qualcuno – ha concluso – fa paura una Chiesa che comincia ad essere inattaccabile su alcuni punti, che comincia ad essere credibile agli occhi anche dei non credenti e questo sta facendo perdere la ragione a qualcuno”. Da qui “alcuni attacchi assolutamente ingiustificati”.

 

 

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