“Tartufo vero ma fatture false” a Pesaro VIDEO| Sequestro da 1,8 milioni e 4 denunce

di Redazione

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“Tartufo vero ma fatture false” a Pesaro VIDEO| Sequestro da 1,8 milioni e 4 denunce

| martedì 10 Novembre 2015 - 12:05

I finanzieri del Comando Provinciale di Pesaro hanno eseguito un provvedimento di  sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente di oltre 1,8 milioni di euro sui  beni di 4  rappresentanti  di 3  aziende  di  Acqualagna  (PU), operanti  nel  commercio  del tartufo.

Le  indagini hanno consentito di accertare che due  società,  una  con  sede  a  Roma  ed  una  a  Giugliano  in  Campania  (NA),  hanno  fittiziamente  venduto  tartufo  a  3  aziende  di  Acqualagna  (PU).  In  realtà,  queste  ultime,  si  sarebbero  approvvigionate  direttamente  da  privati cavatori .

Le verifiche  delle Fiamme Gialle di Urbino hanno  consentito di accertare  che  le  società pesaresi ,  tra  il  2010  e  il  2013,  hanno  annotato  nelle  scritture  contabili  fatture  per  operazioni  inesistenti  per  oltre  10,5  milioni di  euro, evadendo l’imposta sul  valore  aggiunto  per  circa  1 ,8  milioni  di  euro.

I  responsabili delle  aziende coinvolte sono stati denunciati  per il reato di dichiarazione  fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti . Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Urbino, su  richiesta del Procuratore  della Repubblica  – Dott.ssa Irene Lilliu, ha emesso un decreto di sequestro preventivo  finalizzato  alla  confisca  per  equivalente  di 37  rapporti bancari  e  postali, 24  unità  immobiliari site  nella  p rovincia  di  Pesaro ,  n.  1  autovettura  e  diverse  quote  societarie,  fino alla concorrenza di  oltre  € 1.8 00. 000 , pari al profitto del reato commesso.

Ad aprile  e  giugno  2015,  nell’ambito di altra attività investigativa condotta  sempre  dai  finanzieri di Urbino, i 4 soggetti  erano già  stati colpiti da due provvedimenti di sequestro  dei beni per complessivi 800.000  e uro circa, in quanto coinvolti in altro analogo sistema  evasivo  c on  la  complicità  di  altre  società  cartiere.  Anche  in  quel  caso  le  3  aziende  avevano utilizzato fatture per operazioni inesistenti, evadendo l’ I . V . A . per oltre 800 mila  euro.

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