Sequestrati beni per 13 milioni nel Trapanese | Nel mirino fiancheggiatori di Messina Denaro

di Redazione

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Sequestrati beni per 13 milioni nel Trapanese | Nel mirino fiancheggiatori di Messina Denaro

| venerdì 04 Dicembre 2015 - 07:49

Si stringe il cerchio attorno al super latitante Matteo Messina Denaro. Beni per 13 milioni di euro sono stati sequestrati a quattro malviventi ritenuti fiancheggiatori del boss mafioso. Il provvedimento, eseguito congiuntamente da Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, è stato disposto dal gip di Palermo su richiesta della Procura distrettuale antimafia.

Il sequestro coinvolge Vito Gondola, 77 anni, ritenuto il reggente del mandamento mafioso di Mazara del Vallo; Michele Gucciardi, 62 anni, accusato di essere il reggente della famiglia mafiosa di Salemi; Giovanni Domenico Scimonelli, 48 anni, uomo d’onore della famiglia di Partanna; Pietro Giambalvo, 77 anni, uomo d’onore della famiglia di Santa Ninfa: tutti arrestati lo scorso agosto nell’ambito dell’operazione antimafia Ermes.

Il sequestro riguarda beni mobili, immobili ed aziende a Mazara del Vallo, Castelvetrano, Salemi, Partanna, Santa Ninfa e Trapani: otto aziende e una quota societaria (supermercati, aziende agricole e d’allevamento ovino); 68 immobili (27 fabbricati e 41 terreni), due autovetture, 36 rapporti finanziari e bancari.

“La squadra-Stato stringe ancora di più il cerchio intorno a Matteo Messina Denaro. Il sequestro di 13 milioni di euro, tra beni mobili, immobili e aziende, che fanno capo ai quattro fedelissimi di Matteo Messina Denaro, già arrestati lo scorso agosto, colpisce gravemente il patrimonio criminale del numero uno di Cosa nostra e ne indeboliscono la rete”. Lo afferma il ministro dell’Interno Angelino Alfano.

“Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, coordinati dai magistrati – prosegue il ministro – hanno rafforzato un messaggio chiaro al crimine organizzato: chi persegue logiche criminali non solo prima o poi va in galera, ma non può godersi i frutti delle sue azioni efferate e non può nemmeno trasmetterle ai propri familiari. Questo è lo Stato. Su questo Stato i cittadini onesti devono poter contare e in questo Stato devono avere piena fiducia”.

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