Si apprende da qualche giorno, da ogni mezzo di comunicazione, la “sconvolgente” notizia della separazione di Belen, con puntualità quotidiana e con precisione meticolosa affinché il Paese non rimanga nell’angoscia della… inconsapevolezza.
Siccome il periodo natalizio induce, più di ogni altro, alla compagnia ed al piacere della conversazione, manifestavo ad un amico giornalista la mia perplessità sulla felice presunzione che una notizia del genere potesse veramente interessare qualcuno. Altro che, mi è stato detto, molto più che qualcuno: milioni di qualcuno, così dimostrano i dati Auditel, i contatti sui siti, le copie cartacee vendute. Allora, caro amico, converrai che siamo messi veramente male e c’è poca speranza: ma non per la crisi, non per le tasse o per le banche che falliscono ma perché le menti sono ormai talmente al macero da interessarsi, in milioni, della vita di Belen!
Come puoi aspettarti che queste menti possano essere ancora capaci di individuare il millantatore, l’imbonitore, di distinguere il bene ed il male, il giusto e ciò che non lo è; che possano essere ancora valide per inserire in un’urna un voto per la propria vita. Questi milioni di menti dovrebbero forse riflettere sul fatto che quello che si vuole è proprio portarle al macero, svuotarle per poterle riempire di quello che più giova, a chi giova.
Poveri noi! Almeno prima ci si occupava di regine, re e principesse che facevano immaginare mondi inarrivabili, magici e facevano sognare.
