Tre vicepresidenze al Senato per i verdiniani | Il Pd si spacca, Renzi: “Non mi risulta”

di Redazione

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Tre vicepresidenze al Senato per i verdiniani | Il Pd si spacca, Renzi: “Non mi risulta”

| giovedì 21 Gennaio 2016 - 19:01

C’è chi grida all’inciucio, chi invece al tradimento, ma ciò che è certo è che dopo l’assegnazione al Senato di tre vicepresidenze al gruppo di Ala, nel Pd si torna a discutere. Roberto Speranza, esponente della minoranza dem, è durissimo: “Forse è il caso che Renzi ci dica se esiste una nuova maggioranza politica che sostiene il governo e che comprende anche Denis Verdini”.

“Se è così si deve aprire un dibattito pubblico e in Parlamento”, prosegue Speranza. Ancora più diretto, invece, è Alfredo D’Attorre di Sinistra Italiana: “Come previsto, subito dopo il voto favorevole alla riforma costituzionale, Ala viene ricompensato della sua ‘affiliazione’ al progetto Renzi-Boschi con l’assegnazione di tre poltrone e l’ingresso in maggioranza”.

D’Attorre si toglie di conseguenza più di un sassolino dalla scarpa: “Si attende a questo punto la valutazione degli esponenti, appartenenti a tutte le aree del Pd, che nelle settimane scorse hanno ripetutamente ribadito l’incompatibilità di Verdini e del suo gruppo, con il progetto del Partito Democratico”, ha concluso.

“Denis Verdini non è entrato in maggioranza e il dibattito sulle vice-presidenze di commissione agli uomini di Ala non mi appassiona”. Ha replicato così il premier Matteo Renzi nel corso della registrazione della puntata di “Porta a porta”. “Abbiamo chiuso oggi le presidenze di commissione e credo non ci sia nessuna presidenza per Verdini“.

“Prendiamo atto dell’ingresso di Ala in maggioranza. Non avevamo dubbi al riguardo e oggi commenta il capogruppo Fi al Senato Paolo Romanic’è stata una ratifica formale“. “Romani sa bene che in Parlamento chi vota la fiducia al governo è in maggioranza, chi non la vota è all’opposizione”, ha poi replicato il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda.

“Romani sa anche bene che le vicepresidenze delle commissioni, per prassi, vanno in parti uguali a parlamentari di maggioranza e di opposizione. Non capisco quindi cosa Romani vada dicendo su fantomatiche nuove maggioranze in Senato”, ha concluso

 

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