Spaccio di cocaina e crack, con queste accuse quattro bersaglieri in servizio all’VIII Brigata Garibaldi di Caserta sono stati arrestati dai carabinieri di Maddaloni. Uno è finito in carcere, mentre gli altri tre si trovano agli arresti domiciliari su ordine del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Un quinto soldato, che risulta indagato, è stato sottoposto alla misura del divieto di dimora nella provincia di Caserta. Secondo l’accusa la gang spacciava cocaina e crack all’esterno ma anche all’interno della propria caserma corrompendo i commilitoni perché alterassero i “drug test” cui venivano sottoposti.

I reati contestati sono falsità materiale commessa da pubblico ufficiale, corruzione, detenzione, offerta e messa in vendita, nonché cessione a titolo oneroso di sostanze stupefacenti. L’indagine della procura di Santa Maria Capua Vetere ruota attorno alle figure del caporal maggiore Luigi Santonastaso, finito in carcere.

Nel mirino degli inquirenti anche la sua compagna, bersagliere in ferma provvisoria di 4 anni, Roberta Rossini, finita questa mattina ai domiciliari. Entrambi spacciavano droga alteravano i “drug test” disposti periodicamente nei loro confronti dal comando dell’VIII Reggimento Bersaglieri.

Santonastaso e la Rossini avrebbero corrotto gli altri due militari indagati, Luigi Belvedere e Lello Giove (il primo finito ai domiciliari, il secondo destinatario del divieto di dimora), i cui favori sarebbero stati pagati in droga o in danaro.

Questi ultimi, in qualità di assistenti medici, riuscivano a modificare i risultati direttamente nel laboratorio dell’ospedale militare di Caserta. L’alterazione dei risultati veniva realizzata attraverso una provetta di urina pulita che veniva sostituita a quella originale.