Le esecuzioni capitali sono raddoppiate | I dati inquietanti di Amnesty International

di Redazione

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Le esecuzioni capitali sono raddoppiate | I dati inquietanti di Amnesty International

| mercoledì 06 Aprile 2016 - 10:13

I dati del rapporto stilati da Amnesty International sulla pena di morte nel mondo nel 2015 non lasciano spazi alle interpretazioni: lo scorso anno sono state messe a morte più persone che in qualsiasi altro anno dell’ultimo quarto di secolo.

Ad aumentare la media delle esecuzioni sono Iran, Pakistan e Arabia Saudita. Nel 2015 sono stati messi a morte almeno 1.634 prigionieri, oltre il doppio rispetto all’anno precedente. Il dato del 2015 non comprende la Cina, Paese dove le informazioni sulla pena di morte sono secretate come segreto di Stato.

Iran, Arabia Saudita e Pakistan risultano responsabili dell’89% delle esecuzioni registrate da Amnesty. L’Iran ha messo a morte almeno 977 prigionieri, rispetto ai 743 del 2014, la maggior parte dei quali per reati di droga. L’Iran è rimasto uno degli ultimi Paesi al mondo a eseguire condanne su persone minorenni al momento del reato, in palese violazione del diritto internazionale.

Il Pakistan ha proseguito nella scia di omicidi di Stato iniziata nel dicembre 2014 con la fine della moratoria sulle esecuzioni di civili. Nel 2015 sono stati impiccati oltre 320 prigionieri, il maggior numero mai registrato da Amnesty International.

In Arabia Saudita le esecuzioni sono aumentate del 76% rispetto al 2014, con almeno 158 prigionieri messi a morte. La maggior parte delle condanne è stata eseguita mediante decapitazione ma in alcuni casi è stato impiegato anche il plotone d’esecuzione.

Il numero dei Paesi in cui sono state eseguite condanne a morte è salito a 25, rispetto ai 22 del 2014. Almeno sei paesi che non avevano eseguito condanne a morte nell’anno precedente lo hanno fatto nel 2015: tra questi vi è il Ciad, dove le esecuzioni sono riprese dopo oltre un decennio.

Ma qualcosa sta lentamente cambiando. Quattro Paesi, Figi, Madagascar, Repubblica del Congo e Suriname, hanno abolito la pena di morte per tutti i reati mentre in Mongolia è stato adottato un nuovo codice penale abolizionista che entrerà in vigore nel corso del 2016. Per la prima volta la maggioranza dei Paesi del mondo, 102, è completamente abolizionista.

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