L’Istat avvisa sul Pil: “La sua crescita è a rischio” | E la Bce bacchetta: “Le misure sono insufficienti”

di Redazione

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L’Istat avvisa sul Pil: “La sua crescita è a rischio” | E la Bce bacchetta: “Le misure sono insufficienti”

| giovedì 05 Maggio 2016 - 11:58

L’Italia è sulla strada giusta, ma sono ancora tante e urgenti le misure da adottare per mettersi definitivamente alle spalle la crisi. L’Istat, infatti, ha messo in luce alcuni dati positivi“In un contesto europeo caratterizzato da una crescita significativa del Pil, l’economia italiana presenta segnali positivi“.

C’è però un “ma”: “L’‘evoluzione del clima di fiducia rimane incerta e l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana segnala rischi di un rallentamento dell’attività economica nel breve periodo”. “I segnali positivi – spiega l’Istat – sono associati al miglioramento della produzione industriale, al consolidamento dell’occupazione permanente, alla riduzione della disoccupazione e alla crescita del potere di acquisto delle famiglie”.

“La dinamica dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane si mantiene altalenante – informa l’Istat – In aprile si è registrato un sensibile miglioramento della fiducia nei servizi di mercato e nelle costruzioni cui si è accompagnato un aumento moderato nella manifattura; per contro il commercio al dettaglio ha segnato un ulteriore peggioramento dopo la flessione in marzo”.

A livello europeo, invece, la situazione è più complessa. “La ripresa economica nell’area dell’euro sta proseguendo, trainata dalla domanda interna, mentre la domanda estera rimane debole”. L’inflazione, invece, dovrebbe collocarsi “su valori lievemente negativi nei prossimi mesi per riprendere a salire nella seconda metà del 2016”.

“La domanda interna – scrive la Banca centrale europea – continua ad essere sorretta dalle misure di politica monetaria” e “i rischi per le prospettive di crescita dell’area dell’euro restano orientati verso il basso. Nel contesto attuale è indispensabile assicurare che le condizioni di inflazione estremamente bassa non si radichino in effetti di secondo impatto sul processo di formazione dei prezzi e salari”.

Forti i timori sull’impatto che potrebbe avere un ulteriore rallentamento delle economie emergenti, “importante motore di crescita mondiale”, che però continuano ad essere soggette a “rischi avversi”. E un loro “ulteriore rallentamento generalizzato e pronunciato potrebbe avere un notevole impatto negativo sulle prospettive dell’economia mondiale”.

“Gli scostamenti rispetto ai livelli richiesti dalla regola del debito si sono ampliati – conclude infine al Bce parlando delle misure italiane – specie nei Paesi con un debito molto elevato. Sia per il Belgio sia per l’Italia l’aggiustamento lineare strutturale minimo è aumentato gradualmente nel periodo considerato”.

La bocciatura delle misure italiane: “Azioni di risanamento strutturale insufficienti nell’ambito del meccanismo preventivo del Psc, assieme ai minori requisiti di aggiustamento conseguenti alle recenti disposizioni sulla flessibilità, hanno contribuito agli scostamenti dal parametro di riferimento per la riduzione del debito”.

 

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