Referendum, il ministro Boschi fa tappa in Sicilia | L’ha annunciato su Facebook Davide Faraone

di Redazione

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Referendum, il ministro Boschi fa tappa in Sicilia | L’ha annunciato su Facebook Davide Faraone

| martedì 10 Maggio 2016 - 15:32

Matteo Renzi l’aveva promesso: “Gireremo casa per casa per spiegare agli italiani la riforma costituzionale che vogliamo approvare”. Si spiega in quest’ottica la visita in Sicilia del ministro Maria Elena Boschi venerdì 13 e sabato 14 maggio.  un tour a più tappe nella nostra isola per sostenere i comitati referendari del Sì al prossimo referendum di ottobre”.

Ad annunciarlo è stato su Facebook il Sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone: “Un referendum che sarà spartiacque tra un prima e dopo dell’Italia. Tra il bianco e nero del Paese. Bianco, una sola Camera che decide, un governo che ha una maggioranza certa per governare, un senato che si occuperà delle regioni, ridotto nei numeri (e quindi anche nei costi a beneficio degli italiani)”.

“Ruoli e sfere di competenze chiare e definite per Stato e Regioni, mettendo così ordine a una situazione che in passato ha, in alcuni casi, ingessato le decisioni e le scelte per il Paese. Stabilità, rapidità, risparmio, trasparenza. Nero, come il passato che ci lasciamo alle spalle, uno status quo che ha appesantito l’Italia, rallentandola nel suo percorso verso il futuro”, ha aggiunto Faraone.

Anche in Sicilia, secondo il deputato palermitano doc, “nonostante le resistenze, nonostante le barriere sullo Stretto per non fare passare in alcun modo il vento delle riforme nella nostra isola – non fosse mai che qualcosa cambiasse, per di più in meglio per i cittadini – con la riforma costituzionale, se vincerà il Sì al referendum, le cose cambieranno in termini di semplificazione e risparmio. Volenti o nolenti.

“Per la prima volta, finalmente, avremo un presidente della Regione che non guadagnerà più di Renzi, Putin, Rajoy. Con la vittoria del sì il risparmio sarà di 79 mila euro all’anno – prosegue – Così come risparmi notevoli anche sul fronte degli stipendi dei deputati Ars (tanto più che dalla prossima legislatura saranno anche ridotti nel numero). E tagli anche alle spese di funzionamento dei gruppi all’Ars”.

La stoccata all’Ars: “Nel 2014, fra spese di funzionamento e spese di personale, l’Ars ha dato ai gruppi parlamentari 4 milioni 800 mila euro. Con la vittoria dei sì cesserà questo meccanismo. I risparmi potranno essere usati per accompagnare le nuove generazioni nel futuro – ha concluso Faraone – Nella terra dove il lavoro è una chimera,potremo finalmente investire quelle risorse che oggi servono ad alimentare privilegi per finanziare un fondo per le startup innovative di giovani imprenditori. Alla Sicilia non mancano le risorse: manca il coraggio di sganciarsi da uno status quo che ha impinguato pochi a danno di molti”.

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