Inchiesta petrolio, tra i 70 indagati c’è l’Eni | Per lo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi

di Redazione

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Inchiesta petrolio, tra i 70 indagati c’è l’Eni | Per lo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi

| mercoledì 11 Maggio 2016 - 21:01

Tra i 70 indagati nell’inchiesta petrolio di Potenza ci sono anche l’Eni e altre nove società. Gli avvisi notificati oggi dalla mobile di Potenza e dai carabinieri del Noe non riguardano il “filone siciliano” che è ancora aperto.

Sospiro di sollievo per il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo (Pd) che non risulta nell’elenco degli indagati. La posizione di De Filippo, indagato per il reato di corruzione per induzione a fini elettorali, è stata separata e per lui, così come per altri indagati, si profila una imminente richiesta di archiviazione.

L’accusa contro l’Eni di aver smaltito illecitamente nel centro oli di Viggiano (Potenza) i rifiuti prodotti dall’estrazione del petrolio, con procedure che hanno fatto conseguire all’azienda un “ingiusto profitto” (per milioni di euro) sarebbe quindi fondata secondo la motivazione del Tribunale del Riesame di Potenza che aveva sequestro due vasche e il pozzo di reiniezione al servizio del centro oli dell’Eni in Val d’Agri.

Secondo la perizia presentata dai pm, giudicata dal Tribunale del Riesame “di chiarezza adamantina”, l’Eni reiniettava nel sottosuolo non solo l’acqua venuta in superficie con il petrolio estratto in Val d’Agri ma anche altri reflui provenienti da distinti processi di produzione effettuati all’interno del centro oli”.

Secondo il Riesame “ciò avrebbe richiesto una diversa classificazione dei reflui, non reiniettabili nel pozzo come invece avveniva: “Allo stato” e “in assenza di correttivi” tali reflui non potevano avere il codice attribuito ad essi dall’Eni e non potevano quindi essere smaltiti come avveniva in Val d’Agri.

“Eni ribadisce la correttezza del proprio operato e conferma che il Centro Olio Val d’Agri rispetta le best practice internazionali“, ha detto un portavoce Eni. La compagnia ha ribadito “la massima collaborazione alla magistratura e il proprio interesse a che possa essere fatta chiarezza sulla vicenda. Gli esiti delle perizie indipendenti che la società ha promosso, non solo ribadiscono la correttezza dell’impianto ma anche l’assenza di rischi sanitari e ambientali”.

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