Palermo, Sorrentino saluta: “Grazie a tutti, porterò per sempre questa città nel mio cuore”

di Riccardo Bagarella

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Palermo, Sorrentino saluta: “Grazie a tutti, porterò per sempre questa città nel mio cuore”

| giovedì 19 Maggio 2016 - 14:51

Anche l’avventura al Palermo di Stefano Sorrentino è arrivata al capolinea. L’ormai ex capitano dei rosa lascia dopo 3 anni e mezzo il club di Zamparini, con cui non ha trovato l’accordo per il rinnovo del contratto: un addio da tempo già nell’aria ma che lascia con l’amaro in bocca tanti tifosi rosanero, che si aspettavano la conferma di uno dei protagonisti indiscussi dell’incredibile salvezza della squadra.

“Oggi per me non è una giornata semplice – esordisce Sorrentino in conferenza – ringrazio la società e il presidente per avermi portato al Palermo e avermi dato la fascia da capitano: mi dispiace non poter accettare l’offerta di Zamparini, che è comunque un’offerta importante, ma credo che questo sia il momento più giusto per lasciare“.

Il portiere prova a fare chiarezza sul suo addio: “Non c’entrano i soldi, ma il progetto. Qua si sta ringiovanendo troppo, e il fatto di far da chioccia non è ancora nelle mie corde. Sapere che probabilmente avrei dovuto ricoprire un ruolo diverso, di secondo piano, non rientra nel mio carattere in questo momento: ho ancora tanto da dare e ho bisogno di sentirmi sempre protagonista. La decisione dentro di me era già stata presa, ma anche se in questi mesi ho avuto davvero tante offerte, mi ero ripromesso che fino a quando non ottenevo la salvezza col Palermo non avrei parlato con nessuno”.

Tra i motivi più importanti della separazione c’è però soprattutto la lontananza dalla figlie: “Dopo essere stato lontano tanto tempo dalla mia famiglia, voglio riavvicinarmi a casa. Le mie figlie crescono e in questo momento hanno bisogno che il papà gli sia il più vicino possibile”.

È stato un anno pesante e difficile – prosegue Sorrentino – anche dal punto di vista familiare: avevo un giorno per stare con le mie figlie, ma era come se non fossi con loro. È stato pesante, quest’anno mi ha logorato perché mi sono calato testa e corpo nella causa, prendendomi anche responsabilità che non sarebbero dovute essere mie. Ma da capitano, non potevo vedere una squadra senza anima: non me ne facevo una ragione, non riuscivo nemmeno a dormire. Io come tanti miei compagni. Affrontare la giornata non era semplice con tutta quella pressione”.

Fortunatamente poi le cose sono andate per il verso giusto, anche grazie ad alcune sue prodezze: “Di parate belle ne ho fatte tante, ma la più importante è stata a Frosinone sul tiro di Paganini a 10′ dalla fine: quella parata è valsa un 70% di salvezza. I momenti più belli? Domenica è stato più bello di quando abbiamo vinto la B: non avevo mai pianto davanti a nessuno, invece l’altra sera mi sono lasciato andare e non riuscivo più a fermarmi. Sono stato l’ultimo a rimanere in campo e a salutare la gente, non riuscivo ad uscire: ho dato veramente tutto quello che avevo, adesso penso sia il momento più adatto per dirsi addio, se volessi scriverci un libro sarebbe questo il finale perfetto. Poi non dimentico la promozione in A e la festa coi tifosi, quindi l’abbraccio con Sicignano quest’anno a Verona”.

Manca ancora l’ufficialità, ma la sua nuova squadra sarà il Chievo: “C’è l’accordo, ma non la firma. Non ho ancora incontrato nessuno, ci ha pensato il mio procuratore, comunque non dovrebbero esserci problemi. Non è una questione di soldi – sottolinea Sorrentino – anche perché l’offerta di Zamparini è economicamente più importante di quella del Chievo, ma ho semplicemente dato la priorità ad altre cose, che ritengo più importanti”.

La fascia da capitano “è stata una grossa responsabilità, ma mi è piaciuta tantissimo: sono orgoglioso di essere stato il capitano del Palermo, non è da tutti rappresentare una città così importante, spero di averlo fatto nel miglior modo possibile. Sono diventato il portiere rosanero con più presenze in A, ho sentito la maglia del Palermo come una seconda pelle, sono stato accolto come un figlio: già mi acclamavano quando non avevo fatto ancora niente, ringrazio davvero la gente”.

Il distacco dalla città è un vero e proprio trauma: “Qui ho conosciuto persone bellissime, ho trovato tanti amici: sono 3-4 giorni che io e la mia compagna viviamo di emozioni fortissime: è vero che non è semplice lasciare il sud, una gran fetta del mio cuore rimarrà per sempre qui a Palermo. Non credevo di ricevere così tanto e di durare 3 anni e mezzo, anche perché ammetto che in passato qualche problema col presidente c’era stato”.

Prima di andare, tanti saluti e dediche per tutti: “Volevo ringraziare tutti i miei compagni, che mi hanno aiutato e dato la forza nei momenti difficili. Ringrazio Maresca, Gilardino, Vitiello, Rispoli e Goldaniga, che, per farvi capire il nostro rapporto, chiama la mia compagna ‘zia’. Poi Vazquez, Cristante, il direttore Baccin, il team manager Cracolici, ma anche i magazzinieri e i dottori, tutte le persone del Palermo, dal primo all’ultimo: tutti importanti per me, mi hanno dato tanto, soprattutto la possibilità di diventare un uomo migliore. Ma un ringraziamento particolare va a Sicignano: tra noi è nato un rapporto speciale, che va al di là del lavoro: peccato averlo conosciuto soltanto a fine carriera. Qui a Palermo lo chiamano ‘la leggenda’: spero di essere arrivato ai suoi livelli agli occhi dei tifosi”.

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