La Guardia di finanza di Roma ha eseguito una serie di perquisizioni in Campidoglio su disposizione della pm di Roma, Erminio Amelio.

Le fiamme gialle hanno preso possesso di numerose carte che riguardano la gestione degli appalti della metro C della capitale, con riferimento all’assegnazione degli stessi appalti e la loro prosecuzione (si indaga sulla lievitazione dei costi e dei tempi di consegna dei cantieri). Sequestri sono stati eseguiti anche nella sede di “Roma metropolitane” (alcuni dirigenti sarebbero coinvolti).

L’indagine è stata aperta nel 2013 e vede indagate 13 persone tra ex amministratori locali (l’ex assessore alla mobilità Guido Improta e l’ex dirigente del ministero dei Trasporti, Ercole Incalza) dirigenti dell’epoca di Roma Metropolitane (il direttore tecnico Napoli, il consigliere di amministrazione Massimo Palombi, i responsabili unici del procedimento Sciotti e Simonacci, i consiglieri Luadato e Nardi) e vertici di Metro C (il presidente Franco Cristini, l’ad Stinellis e il dg Rotundi e il direttore dei lavori Molinari.

L’accusa è il reato di truffa aggravata ai danni di enti pubblici: il capo di imputazione fa riferimento al periodo fino al 3 gennaio del 2014 e sarebbe stato messo in atto (secondo gli inquirenti) “mediante artifici e raggiri che inducevano in errore il Cipe, lo Stato, la Regione Lazio e il Comune di Roma, enti co-finanziatori della costruzione della linea C”, procurando un ingiusto e non dovuto profitto.