‘Ndrangheta, ‘comitato d’affari’ pilotava appalti |10 arresti, indagati dirigenti e funzionari pubblici

di Denise Marfia

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‘Ndrangheta, ‘comitato d’affari’ pilotava appalti |10 arresti, indagati dirigenti e funzionari pubblici

| martedì 12 Luglio 2016 - 07:49

Dieci persone sono state arrestate dai carabinieri di Reggio Calabria al termine di un’operazione condotta nelle province di Reggio, Roma, Milano, Brescia e Crotone. Sono state eseguite numerose perquisizioni.

Tra gli arrestati c’è anche Domenico Kappler, già senatore della Destra ed ex amministratore delegato di Risorse per Roma, all’epoca di Gianni Alemanno sindaco. Kappler è accusato di corruzione. Rispondono, invece, di concorso esterno in associazione mafiosa , turbativa d’asta e corruzione due dirigenti del comune di Reggio Calabria e i sette imprenditori, anche loro fermati dagli uomini del reparto operativo guidati dal colonnello Vincenzo Franzese.

Tra i fermati l’uomo più potente della burocrazia reggina Marcello Cammera, per anni responsabile dei Lavori pubblici al comune di Reggio Calabria.

 Soltanto pochi giorni fa Kappler era stato indagato dalla procura di Roma per una vicenda di mazzette legate ai lavori nei campi rom effettuati nella Capitale al tempo della giunta Alemanno.

I reati sono concorso esterno in associazione mafiosa, turbata libertà degli incanti, truffa, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, intestazione fittizia di beni ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.

A Reggio Calabria, secondo quanto emerso, avrebbe operato un “comitato d’affari” composto da dirigenti e funzionari pubblici e imprenditori, capace di gestire la “macchina amministrativa comunale” nell’interesse della ‘ndrangheta. Il comitato, aggirando la normativa antimafia, riusciva ad orientare la concessione di appalti multimilionari in favore di holding imprenditoriali riconducibili alle cosche.

Nel corso dell’operazione denominata ‘Reghion’, le cui indagini sono partite nel 2013, sono stati posti sotto sequestro beni per un valore di circa 42,5 milioni di euro. In particolare sono state sequestrate 15 società, con relativo patrimonio aziendale o quote societarie, e due esercizi pubblici riconducibili ad alcuni degli indagati.

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