La cyber “guerra” che preoccupa gli Stati Uniti | E i democratici pensano che la Russia…

di Giuseppe Citrolo

» Esteri » La cyber “guerra” che preoccupa gli Stati Uniti | E i democratici pensano che la Russia…

La cyber “guerra” che preoccupa gli Stati Uniti | E i democratici pensano che la Russia…

| lunedì 08 Agosto 2016 - 08:38

Il computer di Hillary Clinton attaccato da hacker in vista della convention democratica; le dimissioni di Debbie Wasserman Schultz, a capo del Comitato elettorale Democratico, dopo la diffusione di alcune sue e-mail da cui trapelano manovre contro la campagna di Bernie Sanders. Pirati informatici prendono di mira il Comitato per la Campagna Democratica del Congresso.

In America i Democratici hanno dato voce ai sospetti di molti, accusando la Russia di essere responsabile di questi cyber attacchi con l’obiettivo di orientare le elezioni presidenziali americane. L’amministrazione Obama ha affidato le indagini al Dipartimento della Sicurezza Nazionale del Ministero della Giustizia, segno che la Casa Bianca considera come una possibilità più che concreta che questi attacchi siano atti ostili dall’esterno.

Che i russi vogliano delegittimare la Clinton ed i democratici non è un’ipotesi peregrina: Trump ha in passato avuto parole di apprezzamento per Putin; ed in ogni caso, nell’attuale situazione fluida ed instabile a livello internazionale, farebbe gioco alle ambizioni russe un leader inesperto alla Casa Bianca, piuttosto che la rodata coppia presidenziale democratica.

Suonano comunque un po’ artificiose le reazioni scioccate degli americani per l’intrusione nei loro affari interni. Gli Stati Uniti, e l’amministrazione Obama non fa eccezione, sono un paese molto attivo nell’ambito delle ostilità informatiche. Documenti diffusi da Snowden svelano che la NSA (Agenzia nazionale per la Sicurezza)  è coinvolta in operazioni di spionaggio su leader e campagne elettorali anche di nazioni tradizionalmente amiche. Sono noti gli imbarazzi per ”l’ascolto” di personaggi di primo piano quali la Merkel. Ma la NSA ha anche tentato di orientare le elezioni presidenziali in Messico “contro uno dei principali candidati, Enrique Pena Nieto”, il quale è poi stato eletto. Migliaia di telefonate e messaggi del candidato sono stati intercettati, con tecniche capaci di “scovare il classico ago nel pagliaio” isolando le comunicazioni della vittima  nell’oceano di contatti via etere.

E l’organizzazione statunitense per la cyber guerra sta crescendo ulteriormente: la NSA si è fusa con il Cyber-Command, una struttura militare specializzata nella guerra elettronica, organizzata con una sua fanteria per gli attacchi informatici, una marina ed un’aviazione per il monitoraggio delle attività del cyber-spazio ed il supporto remoto alla fanteria. Al comando l’ammiraglio quattro stelle Michael S. Rogers che dispone di un budget di oltre 3 miliardi dollari, di cui 900 milioni per la realizzazione di un super computer che divora 60 megawatt di energia, quanto una cittadina di medie dimensioni.

Secondo alcuni documenti resi pubblici, la NSA ritiene “che il prossimo conflitto comincerà con una cyber-guerra per il dominio delle informazioni”. Uno scontro ove Internet sarà il campo di battaglia, e lo scopo delle ostilità sarà il dominio del Cyber spazio attraverso la distruzione delle reti informatiche di comunicazione e controllo del  nemico.

Secondo Snowden, la NSA ha già sferrato un attacco informatico nel 2012 contro i server di un grande provider informatico, per tentare d’installare dei software di lettura del traffico via internet in Siria. Inoltre l’amministrazione Obama avrebbe attaccato e distrutto i programmi di controllo di migliaia di centrifughe di arricchimento di uranio in Iran.

Gli Stati Uniti non sembrano però a tenuta stagna sul piano della sicurezza nazionale. Assange, Snowden, forse i Russi ed altri, hanno mostrato debolezze nel sistema di difesa americano, oltrechè svelare l’imponente impegno americano sulla frontiera del cyber-spionaggio.

Non vi è alcuna Convenzione internazionale per questo tipo di ostilità. Le conseguenze di un attacco informatico sconsiderato potrebbero andare oltre la violazione della riservatezza di cittadini ed organizzazioni private o pubbliche. L’informatica oggi controlla moltissime attività di natura militare e civile; un piccolo esempio? A fine giugno, un pirata informatico ha estorto 4 milioni di dollari ad una clinica californiana, dopo averne  paralizzato le attività per una settimana.

Per intavolare discussioni proficue a livello internazionale, è inutile puntarsi il dito reciprocamente. Non serve prendersela con i russi né con gli americani. Bisogna darsi delle regole d’ingaggio e prevedere l’impegno comune contro minacce globali. Gli Stati non dovrebbero compiere atti di pirateria, dovrebbero perseguirli.

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820