Pelissero (Aiop): “Sorprende l’accelerazione sul ‘Balduzzi’ in Sicilia”

di Redazione

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Pelissero (Aiop): “Sorprende l’accelerazione sul ‘Balduzzi’ in Sicilia”

| venerdì 16 Settembre 2016 - 17:16

Anche il presidente dell’Aiop nazionale, Gabriele Pelissero, interviene sul dibattito relativo al piano della rete ospedaliera siciliana.

“L’accelerazione sulla attuazione della normativa Balduzzi in Sicilia sorprende non poco, perché nelle altre regioni c’è un atteggiamento più cauto e prudente rispetto ad un decreto nazionale, il Balduzzi, che non è implementabile, in quanto fortemente sconfessato dal punto di vista tecnico. Questo è il motivo per il quale probabilmente verrà modificato nei prossimi anni – afferma Pelissero -. Tutte le simulazioni fatte sinora, anche dalle società scientifiche, hanno, infatti, dimostrato che la puntuale applicazione del Balduzzi comporta delle aberrazioni e degli effettui paradossali, che avrebbero come diretta conseguenza quella di chiudere un numero ingente di reparti, pubblici e privati, anche con ottime performance, lasciando sguarnito il territorio. L’esempio più vistoso è rappresentato dall’infelice approccio degli standard per la Cardiochirurgia. Come è stato ampiamente rilevato da Aiop e dalla Società Italiana di Cardiochirurgia, l’indicazione contenuta nel regolamento che prevede la riconversione delle cardiochirurgie che effettuano “meno di 200 interventi/anno di bypass aorto-coronarico isolato per struttura complessa”, determinerebbe, entro 6 mesi, la chiusura dell’80 per cento delle cardiochirurgie italiane, cioè un numero tale di unità che non garantirebbero più la dovuta assistenza. Ma al di là di questo dato, che si commenta da sé, va osservato come molte delle cardiochirurgie da abolire abbiano altissimi e documentati livelli di qualità, come facilmente osservabile nel Programma Nazionale Esiti di Agenas, e alti volumi globali di interventi chirurgici, anche se non rappresentati solo da bypass isolati. Con questa norma, intere regioni rimarrebbero totalmente prive di cardiochirurgia, mentre scomparirebbero centri di altissima qualità.  Questo paradosso rappresenta un esempio della imperfezione del sistema che va corretto adeguatamente a livello regionale e portano a raccomandare, nell’immediato, l’adozione di un criterio di applicazione del Regolamento 2015 prudente e progressivo. Non mi risulta che, ad oggi, alcuna regione abbia effettuato una applicazione puntuale e dettagliata del decreto n .70/15 per rimodulare la rete proprio per questi motivi che consigliano molta prudenza”.

 

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