Mattoni e mafia, sequestro da 100 milioni VIDEO | Colpito un imprenditore contiguo a Cosa Nostra

di Emanuele Termini

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Mattoni e mafia, sequestro da 100 milioni VIDEO | Colpito un imprenditore contiguo a Cosa Nostra

| mercoledì 05 Ottobre 2016 - 07:25

Maxi sequestro della Dia da oltre cento milioni di euro nel Trapanese. Il decreto di confisca ha interessato il patrimonio immobiliare e societario del noto imprenditore Calcedonio Di Giovanni, originario di Monreale (Pa), ma con interessi e attività nel Trapanese. 

A Di Giovanni sono stati imposti anche tre anni di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di dimora nel luogo di residenza. All’imprenditore il Tribunale di Trapani aveva sequestrato il patrimonio già nel 2013. Non si presenterebbe, secondo gli investigatori, come un “affiliato” a Cosa Nostra ma come elemento contiguo all’associazione mafiosa.

“L’attività edilizia del Di Giovani – spiega la Dia, ha avuto sempre dietro le spalle il contributo di Cosa Nostra della quale ha, peraltro, favorito il tornaconto patrimoniale. Vanno menzionati, in particolare, gli evidenti interessi nelle sue attività della famiglia mafiosa degli Agate di Mazara del Vallo e i rapporti con il noto faccendiere Vito Roberto Palazzolo”.

Le risorse impiegate per dare vita allo sconfinato patrimonio immobiliare di Di Giovanni sono di “ignota provenienza”. Tra i suoi “tesori” rientra il rinomato villaggio turistico di “Kartibubbo”, sul litorale di Campobello di Mazara (TP), che avrebbe ospitato in diverse occasioni pregiudicati mafiosi latitanti.

“Attraverso artificiosi meccanismi fraudolenti”, Di Giovanni ha avuto accesso a “rilevantissimi finanziamenti pubblici nazionali e comunitari coinvolgendo nei propri progetti anche interessi della mafia di Castelvetrano (Tp)” . Sotto il profilo patrimoniale, è stata accertata l’esistenza di una palese situazione di sperequazione fra redditi dichiarati e la formazione del patrimonio,

Secondo gli investigatori, gli averi del Di Giovanni sono riconducibili, in gran parte, “a proventi illeciti derivanti dai reati di lottizzazioni abusive, di truffe, di furti, di omissioni contributive, di fatturazioni per operazioni inesistenti e di bancarotta per distrazione”.

Il Tribunale di Trapani ha quantificato in oltre sessanta milioni di euro il debito di Di Giovanni nei confronti dell’Erario per evasione fiscale. Tra i beni in confisca anche società con sede in San Marino e Londra, coinvolte in complesse operazioni finanziarie collegate a grosse transazioni commerciali internazionali.

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