Terremoto, a Norcia arrivano le tensostrutture | Renzi: “La prima ricostruzione è psicologica”

di Redazione

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Terremoto, a Norcia arrivano le tensostrutture | Renzi: “La prima ricostruzione è psicologica”

| martedì 01 Novembre 2016 - 07:51

Il premier Matteo Renzi è giunto arrivato a Preci, comune del Perugino colpito dal sisma dei giorni scorsi. Il presidente del Consiglio si è soffermato a parlare con gli abitanti, insieme a lui anche il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, invece, anticiperà il rientro da Israele e mercoledì si recherà nelle zone del terremoto.

“C’è un’emergenza della ricostruzione. Ci vorrà tempo e ce la faremo, non c’è la bacchetta magica. Ma lo faremo, anche se ci vorrà tanto tempo”, ha detto Renzi. “Nessuna deportazione, abbiamo messo a disposizione gli alberghi” e poi “l’obiettivo e’ studiare dei moduli per permettere alle persone di restare vicino alle loro case”.

Il premier ha aggiunto: “Ricostruiremo qui, nei luoghi terremotati, meglio, come era e dove era. Vorrei non sfuggisse a nessuno l’entità del sisma. Siamo sollevati dal fatto che non ci siano morti ma è un mezzo miracolo che non ci siano. Siamo in presenza di una situazione in cui è vero che alcune strutture sono state lesionate ma probabilmente se fosse accaduto altrove conteremmo i morti”.

“La prima emergenza è quella psicologica, la priorità è la ‘ricostruzione psicologica’“, ha detto Matteo Renzi, dopo aver preso parte a una messa a Preci.  “San Benedetto non è più il patrono ma il simbolo d’Europa”, ha detto Renzi confermando anche che tra giovedì e venerdì il cdm varerà il nuovo decreto legge con le misure per le zone terremotate.

Per Renzi “ci vogliono energia e decisione, la sfida e tutt’altro che facile”. “Una misura di sostegno al reddito in questa fase e la creazione di strutture ad hoc perché possano non allontanarsi dalla loro terra. E poi valorizzazione dei marchi e dei prodotti tipici”, ha aggiunto.

“Sono le tre risposte del governo alla difficoltà degli agricoltori dopo il sisma nel centro Italia. Giustamente lo chiedono tutti ed è molto bello che lo chiedano. Lo ha chiesto anche don Luciano durante la messa: di restare il più possibile qua. È comprensibile e nessuno immagina alcuna deportazione”.

Il premier ha assicurato: “Cercheremo di trovare delle soluzioni coinvolgendo i sindaci, il nostro obiettivo è fare le cose insieme”, ha ribadito. “C’è tanta energia da parte nostra ma anche la consapevolezza che questa è una sfida tutt’altro che facile“. Gli alberghi “messi a disposizione” delle popolazioni colpite dal sisma sono a una distanza massima “di un’ora, un’ora e un quarto”.

“Ci sono tante preoccupazioni: la prima è quello che succederà alla casa nella lontananza. Noi abbiamo portato qui molti più carabinieri e poliziotti ma è fisiologico che ci sia questa preoccupazione. Loro vogliono soluzioni ponte in attesa delle casette che hanno un arco di tempo tra i sei e sette mesi di realizzazione“, ha raccontato Renzi.

“Dall’altro lato c’è il problema legato al fatto che non si può stare nelle tende a dicembre, considerato che già adesso fa freddo. Quindi l’obiettivo è studiare dei moduli che possano essere messi subito“, ha concluso l presidente del Consiglio

Mentre la terra continua a tremare nel Centro Italia, con l’ultima e più forte scossa registrata questa mattina, intorno alle 9, nelle Marche e in Umbria di magnitudo 4.7, i tecnici sono a lavoro per predisporre nel più breve tempo possibile il nuovo decreto sul terremoto, così come annunciato ieri pomeriggio dal premier Renzi subito dopo il Cdm. Tra le novità, annunciati più poteri per il capo della protezione civile e più forze dell’ordine.

Il premier Matteo Renzi non vuole che il centro Italia si trasformi in tendopoli e così ha assicurato che ci saranno i “container entro Natale e poi le casette di legno in sei-sette mesi”.

Intanto alcune migliaia di abitanti di Norcia hanno deciso di rimanere: sono state allestite tre grandi tende comuni in grado di ospitare circa 300 persone. Nei pressi della tensostruttura utilizzata come mensa è stato anche sistemato un autobus che può accogliere 50 sfollati.

Il premier ha inoltre precisato che “La chiesa di San Benedetto a Norcia ritornerà. Tutti noi sappiamo che quei simboli del terremoto devono tornare, così come la chiesa di Assisi. Questo è il punto chiave, i cittadini devono sentire lo Stato con loro”.

“La scossa di stamani è stata fortissima, il maresciallo dei carabinieri mi dice che ci sono stati altri crolli in paese, e si vede del fumo”, ha detto il sindaco di Ussita, Marco Rinaldi. “È un calvario, non finisce mai”, ha aggiunto. “Ieri sera sono sceso a Porto Recanati per incontrare i miei sfollati negli alberghi: la scossa me l’ha raccontata in diretta al telefono un allevatore. Ora cerco di andare su, ma le strade sono un disastro”.

“Qui sta crollando tutto, e quello che non crolla è pericolante – ha detto il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci -. Il paese sembra raso al suolo. Per fortuna l’ultima famiglia, che aveva la casa agibile, e l’ultimo albergatore si sono convinti ieri ad andare via: restano cinque allevatori, che non possono allontanarsi dal bestiame. Servono con urgenza tensostrutture per le stalle, e un container per il Municipio: ora siamo in tenda a 2 gradi sotto zero”.

Durante un colloquio telefonico fra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il presidente russo Vladimir Putin, quest’ultimo si è detto pronto ad aiutare l’Italia nell’affrontare le conseguenze del terremoto nel centro del Paese. Lo rende noto l’agenzia di stampa Tass, che cita il servizio stampa del Cremlino.

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