Referendum, Renzi: “Contro di me un’accozzaglia”| Il comitato per il no: “Violata la par condicio in tv”

di Redazione

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Referendum, Renzi: “Contro di me un’accozzaglia”| Il comitato per il no: “Violata la par condicio in tv”

| sabato 19 Novembre 2016 - 14:41

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è intervenuto quest’oggi in una serie di convegni in Basilicata (a Potenza e Matera) e successivamente a Benevento e Caserta in cui viene ribadito il proprio sostegno per il SI al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.

Da Potenza, arriva l’annuncio del Premier dell’invio di un depliant informativo a sostegno del SI, mostrato in anteprima durante il suo intervento: “Se vince il No non cambia nulla. Se c’è da avere un sistema in cui c’è da fare l’inciucio, l’accordo… allora io non sono adatto. Non è pensabile che si possa vivacchiare, l’Italia deve cambiare, oppure tenetevi quelli di prima. Chi dice No non dice No nel merito. Ma dice No perché, anche per colpa mia, l’abbiamo buttata in politica”.

Renzi ribadisce il concetto sulle conseguenze del referendum: “Non dobbiamo lasciare l’Italia a chi per trent’anni ha detto solo ‘no’ e ora vuole riprendersi una piccola fetta di potere. I professionisti del No si oppongono a tutto, ma poi, se li metti insieme, non riescono a mettersi d’accordo su niente. Abbiamo messo insieme Berlusconi e Travaglio, D’Alema e Grillo, Vendola e La Russa. È bellissimo. Siamo meglio di Maria De Filippi. Contro di me è un’accozzaglia: ve li vedete Monti e Salvini a fare una proposta insieme?”.

A Benevento il premier è tornato sui dati dei sondaggi e degli indecisi: “Xi sono migliaia di indecisi, che qualcuno non sa cosa si vota, che qualcuno teme la deriva autoritaria e qualcuno il combinato disposto con la legge elettorale. Siamo a un bivio. C’è spazio per cambiare l’Italia. Io ci metto l’energia, ma vinciamo se ci credete voi”.

Anche il ministro Boschi ribadisce il concetto espresso oggi da Renzi: “La riforma non mette in discussione la prima parte della Costituzione, né i suoi principi fondamentali. Occorre cambiare la seconda parte perché abbiamo bisogno di un’Italia più snella. Dire No fra 15 giorni vuol dire lasciare le cose come stanno; dicendo NO ci rubiamo un altro pezzo di futuro”.

A fare da contraltare è l’esposto del Comitato del No all’Agcom che denuncia “la vistosa violazione delle leggi” sulla par condicio durante le campagne elettorali in merito alla sovraesposizione (qualitativa e quantitativa) del fronte favorevole al SI, “con pregiudizio palese del diritto dei cittadini ad un’informazione imparziale durante la fase finale della campagna elettorale”; un esposto corredato dati e tabelle che dimostrerebbero nelledizioni di punta dei telegiornali “un tempo di antenna del presidente del Consiglio e del governo in totale superiore al 42 per cento”.

Un appello all’unità arriva invece dal presidente del Senato Grasso: “Il nostro Paese non può uscire sempre più diviso da queste contese politiche. Qualunque sia il risultato del referendum, dobbiamo ritrovare l’unità dopo questo appuntamento che il popolo ha con se stesso e con la propria democrazia e andare avanti”.

Matteo Salvini critica invece in maniera netta il premier sulla definizione di “accozzaglia” data al fronte del NO: “Noi un’accozzaglia? Renzi guardi a casa sua. Verdini, Boschi e Renzi come padri costituenti è un incubo per i libri di educazione civica”.

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