Viareggio, Moretti ed Elia condannati a 7 anni | I familiari delle vittime chiedono le dimissioni

di Redazione

» Cronaca » Viareggio, Moretti ed Elia condannati a 7 anni | I familiari delle vittime chiedono le dimissioni

Viareggio, Moretti ed Elia condannati a 7 anni | I familiari delle vittime chiedono le dimissioni

| martedì 31 Gennaio 2017 - 15:19

Tra i 33 imputati come persone fisiche e nove società nel processo sulla strage di Viareggio, Mauro Moretti e Michele Mario Elia, rispettivamente ex ad di Fs e di Rfi, sono stati condannati a 7 anni di carcere. L’accusa aveva chiesto 16 anni per Moretti e 15 per Elia. Per tutti gli imputati le accuse andavano, a vario titolo, da disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo, incendio colposo e lesioni colpose.

Mauro Moretti, secondo quanto spiegano i suoi avvocati, è stato assolto come amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, ma condannato come ex amministratore delegato di Rfi. Tra le società ‘imputate’ assolti anche Ferrovie dello Stato e Fs Logistica, mentre vengono condannate Rfi e Trenitalia. Condannato a sette anni e sei mesi anche Vincenzo Soprano, ex a.d. di Trenitalia.

Tanta emozione nell’aula del Polo fieristico di Lucca dove un lungo applauso ha accolto i familiari delle 32 vittime della strage del 29 giugno 2009. I cameraman sono stati ammessi per la prima volta al processo in occasione della lettura della sentenza. Dopo la sentenza, i familiari hanno chiesto le dimissioni di tutti coloro che sono stati condannati.

“È moralmente inaccettabile che dopo una condanna di primo grado Mauro Moretti sia ancora a guidare un’azienda di Stato. Ne chiediamo le dimissioni e che sia tolto a Moretti il titolo di Cavaliere del Lavoro“, hanno dichiarato i familiari delle vittime incontrando i giornalisti. “Non si può tenere su una poltrona così importante un manager condannato in primo grado. Chiediamo che la politica intervenga. A poche ore dalla lettura del dispositivo possiamo dire che il sistema ferroviario del trasporto merci pericolose tanto in Italia quanto in Europa è stato riconosciuto responsabile delle gravissime inadempienze e omissioni”.

 

“Esprimo parziale soddisfazione per l’assoluzione di Mauro Moretti nella sua veste di amministratore di Ferrovie dello Stato”, ha detto l’avvocato Armando D’Apote, legale sia di Moretti che di Fs, che subito dopo ha aggiunto di registrare “come scandaloso l’esito del processo e rilevo il frutto del populismo che trasuda dalla sentenza”.

I giudici hanno assolto 8 dei 33 imputati per non aver commesso il fatto: sono Andreas Barth e Andreas Carlsson, della Jungenthal di Hannover, Joachim Lehmann, supervisore esterno della Jungenthal, Massimo Vighini, Calogero Di Venuta, responsabile della Direzione compartimentale di Firenze Movimento Infrastrutture, Giuseppe Farneti, sindaco revisore di Fs prima e poi di Italferr, Gilberto Galloni, a.d. di Fs Logistica, Angelo Pezzati, predecessore di Di Venuta, Stefano Rossi e Mario Testa. Assolti anche Moretti dai reati a lui ascritti come a.d. di Ferrovie e Vincenzo Soprano, limitatamente ai reati ascritti come ex dirigente di Fs. Esclusa la responsabilità per illecito amministrativo anche di Ferrovie dello Stato Spa, di Fs Logistica, di Cima Riparazione.

Le condanne più pesanti sono state inflitte ai responsabili della Gatx Rail, la società che aveva affittato i carri cisterna alle Ferrovie dello Stato. Nove anni e sei mesi a Rainer Kogelheide, amministratore di Gatx Rail Germania, e a Peter Linowski, responsabile sistemi di manutenzione di Gatx Rail Germania. Nove anni anche per Johannes Mansbarth, amministratore delegato di Gatx Rail Austria, e Uwe Konnecke, responsabile delle Officine Jungenthal di Hannover. Otto anni invece per Andreas Schroter delle Officine Jungenthal, a Helmut Brodel, Uwe Kriebel, sempre della Jungenthal.

Un treno merci partito da Trecate, in Piemonte, e diretto a Gricignano, in Campania, deragliò poco dopo aver superato la stazione ferroviaria della cittadina balneare toscana. Una delle cisterne che trasportano Gpl si rovescia su un fianco e si squarcia sbattendo a forte velocità contro un ostacolo (un picchetto secondo l’accusa) e da un grosso foro comincia a fuoriuscire il gas che avvolge i binari e le abitazioni affacciate sulla linea ferroviaria.

Pochi minuti più tardi, forse innescata dal motore di uno scooter che percorre la strada parallela ai binari, nell’aria satura di Gpl un’esplosione d’improvviso sprigiona una tempesta di fiamme che investe in una frazione di secondo tutto quanto si trova nel raggio di centinaia di metri.  Case, negozi, uffici, automobili vengono inghiotti e distrutti dalla nuvola di fuoco.

La zona più gravemente colpita è quella di via Ponchielli, quasi completamente rasa al suolo. Pesantissimo il bilancio delle vittime, molte delle quali decedute nei giorni successivi a causa delle destanti ustioni riportate. Alla fine si conteranno 32 morti, l’ultimo dei quali è una giovane donna ecuadoriana, deceduta alla vigilia di Natale di quell’anno.

 

Foto da Twitter.

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820