Corea del Nord, ucciso fratellastro di Kim Jong-un | Morti i presunti killer, una donna arrestata

di Redazione

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Corea del Nord, ucciso fratellastro di Kim Jong-un | Morti i presunti killer, una donna arrestata

| mercoledì 15 Febbraio 2017 - 10:22

Kim Jong-nam, il fratellastro più grande del leader nordcoreano Kim Jong-un, è stato ucciso lunedì mattina all’aeroporto di Kuala Lumpur, in Malaysia. Sono diverse le versioni dell’omicidio fornite dai media sudcoreani: è stato stabilito che è stato avvelenato ma non è chiaro se sia stato usato un misterioso spray chimico o un’iniezione letale. Kim si sarebbe accasciato e dopo l’immediato soccorso nella clinica dell’aeroporto, sarebbe morto durante il trasferimento in ospedale.

Neanche l’autopsia ha chiarito le cause del decesso, fa sapere la polizia malese. Alcuni media locali dicono che funzionari nordcoreani contrari all’autopsia avrebbero chiesto la consegna del cadavere, ottenendo un secco no dalla Malesia.

Pare che i killer siano state due donne che sarebbero a loro volta morte: lo riportano i media giapponesi, citando fonti del governo di Tokyo secondo cui sarebbero in corso verifiche. Nell’ambito delle indagini sull’omicidio, secondo quanto riporta l’Oriental Daily, la polizia malese ha arrestato una “donna vietnamita” sospettata di essere coinvolta. La donna, tra i 20 e i 30 anni, è stata individuata grazie alle telecamere di sicurezza dell’aeroporto. La polizia, inoltre, è alla ricerca di altri quattro uomini e di un’altra donna.

Un omicidio compiuto a poche ore dall’ultimo test balistico di Pyongyang, e che fa sospettare si possa trattare di un piano accuratamente messo in atto (e questa volta portato a termine) dall’Ufficio generale di ricognizione, la famigerata intelligence di Pyongyang, sfruttando la disattenzione nella fase di passaggio della sorveglianza tra guardie del corpo e polizia.

Kim Jong-nam, dopo la rottura dei rapporti con l’attuale leader nordcoreano Kim Jong-un, è stato bersaglio di diversi tentativi di omicidio, di cui uno nel 2011 sfumato grazie al conflitto a fuoco tra la sua security e gli agenti del Nord precipitatisi a Macao, davanti a casa sua.

In esilio, Kim è stato spesso intervistato dai media giapponesi esprimendo critiche sul regime controllato dalla famiglia, auspicando il varo di riforme e l’accantonamento della successione dinastica. Minacce alla stabilità della Corea del Nord che il leader ha voluto eliminare.

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