Legge elettorale, il Pd vuole il sistema tedesco | Ma il testo base è l’Italicum bis per il Senato

di Redazione

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Legge elettorale, il Pd vuole il sistema tedesco | Ma il testo base è l’Italicum bis per il Senato

| giovedì 11 Maggio 2017 - 20:43

Come sarà la prossima legge elettorale? Gli schieramenti politici stanno affrontando la questione e il punto d’incontro sembra ancora lontano. Per il Pd la soluzione sarebbe il sistema tedesco corretto, metà proporzionale e metà maggioritario, mentre per il M5S la soluzione ideale sarebbe proprio il testo base depositato da Mazziotti: un Italicum bis.

In sostanza si prevede l’estensione al Senato della legge elettorale della Camera alla luce delle modifiche dalla Consulta: premio di maggioranza alla lista che abbia il 40%, con soglia di sbarramento al 3%, 50 collegi plurinominali al Senato (100 a Montecitorio), capilista bloccati e preferenze. Viene abolito il criterio del collegio per le pluricandidature.

Per ottenere il ‘premio’ ad una lista bisogna raggiungere la quota prevista in una delle due Camere e non in entrambe. Resta anche a Palazzo Madama – ma su base regionale – la soglia del 3% mentre viene estesa all’intero Parlamento la disciplina per l’equilibrio di genere.

Bene Mazziotti: si parte dal Legalicum. Il Pd scarichi Verdini e voti legge condivisa. Siamo disposti anche a correttivi di governabilità”, ha scritto, in un tweet, il responsabile riforme del M5S Danilo Toninelli sul testo base arrivato in Commissione Affari Costituzionali della Camera.

Tiepido invece il Pd che caldeggia un sistema “misto”, che si ispiri al modello tedesco e al Mattarellum. In sintesi si prevede l’elezione maggioritaria del 50% dei parlamentari (in collegi uninominali, vince chi ha più voti) e quella proporzionale del restante 50% con una soglia di sbarramento del 5%.

“Fermo restando il grazie al relatore, non è scontato il nostro voto, lo decideremo dopo aver consultato l’ufficio di presidenza del gruppo come è corretto fare di fronte ad una scelta così importante”, ha quindi commentato il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato sul testo base sulla legge elettorale depositato da Mazziotti.

Il Pd conferma quindi il gradimento per “un’altra proposta che aveva un valore diverso con una quota maggioritaria che introduce un modello di coalizione che poteva esser accettato da tutti e garantiva meglio la governabilità”.

“Il presidente Mazziotti è la persona più indicata per trovare il minino comun denominatore e noi accettiamo con rispetto il testo base. Diamo la nostra disponibilità per migliorarlo e valutarlo sulla base delle nostre opinioni”, ha affermato Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera.

“Mi turba – prosegue Brunetta – il Pd che prende già le distanze e siccome abbiamo aspettato tre mesi che il Pd scendesse dal pero ci piacerebbe sapere cosa vuole ma anche come lo vuole visto che da Fiano prima sponsorizza il Verdinellum ottenendo un meraviglioso isolamento con la Lega poi si adegua o dice di aspettate il testo base e poi arriva e il buon Rosato che dice che il voto Pd non è scontato, a questo punto mi cadono le braccia, sarebbe il caso e lo dico io a Renzi di smettere di giocare”.

“Occorre una legge elettorale che consenta un’effettiva corrispondenza fra il voto espresso dagli italiani e la rappresentanza in Parlamento, evitando correttivi maggioritari” e “il ricorso al voto di preferenza”. Sono le parole del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che in una nota ribadisce anche “la necessità di leggi elettorali organiche, omogenee e fra loro coerenti, fra Camera e Senato, come raccomandato dal Capo dello Stato”.

Il M5S è contrario al sistema misto. “Il Pd butta la palla in tribuna con un sistema confusionario e adotta la proposta fatta a suo tempo da Verdini: usciremo da qui dicendo che il Pd ha fatto l’accordo con Verdini”. Aveva detto Danilo Toninelli, in commissione Affari costituzionali alla Camera. Il deputato M5s critica la linea dem per un sistema misto proporzionale e maggioritario e ha affermato che con questa proposta, che costringerebbe a ridisegnare i collegi, il Pd dimostra di non volere le elezioni anticipate dopo l’estate.

“Continuano le grandi manovre parlamentari di chi chiede a parole una nuova legge elettorale ma in pratica non la vuole, e perde tempo”, aveva scritto su Facebook il segretario del Pd Matteo Renzi.

“Come sapete sono un grande sostenitore del ballottaggio – aveva scritto il segretario del Pd -, perché consente di scegliere ai cittadini anziché costringere agli accordi di palazzo. Ma dopo il No del 4 dicembre alla riforma costituzionale, il ballottaggio in Italia è diventato praticamente impossibile. Anche questa è una delle conseguenze negative del voto referendario”.

I partiti sono in fibrillazione e l’intesa sembra davvero lontana dall’essere raggiunta. Il termine per gli emendamenti è fissato martedì alle 10.

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