Giro d’Italia, le pagelle dell’edizione numero 100. Dumoulin e Gaviria da 10! Pinot grande sconfitto

di Redazione

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Giro d’Italia, le pagelle dell’edizione numero 100. Dumoulin e Gaviria da 10! Pinot grande sconfitto

| lunedì 29 Maggio 2017 - 14:37

Un altro Giro è andato. Sicuramente è stato un Giro d’Italia appassionante, incerto fino all’ultimo con tanti colpi di scena e capovolgimenti e un degno vincitore, Tom Dumoulin, davanti a Nairo Quintana e Vincenzo Nibali.

>CAPOLAVORO DUMOULIN: TRIONFO A MILANO

Adesso è il momento di tirare le somme e dare i voti a questa corsa rosa numero 100, tra promossi e bocciati, vincitori, sconfitti e piacevoli sorprese, nonostante un velo di tristezza (nel ricordo di Michele Scarponi).

DUMOULIN 10 – Tra i due litiganti il terzo….gode. Tutti davano per scontata la lotta Nibali-Quintana, invece trionfa l’olandesone. Giro d’Italia perfetto da parte sua e vittoria che arriva con merito. Ha dimostrato di essere freddo e lucido in ogni situazione, a cronometro ha fatto la differenza ed in salita con il suo passo ha tenuto testa a tutti. E pensare che senza i problemi intestinali avrebbe vinto la corsa senza dover recuperare a cronometro. Primodese a trionfare al Giro, condito il tutto con due vittorie di tappa. Lui odia i paragoni, ma può ripercorrere le orme di Indurain.

QUINTANA 8,5 – Soltanto la cronometro finale gli ha tolto un successo che, tre settimane fa ad Alghero, tutti davano per scontato. La prova di forza sul Blockhaus sembrava già l’antipasto di un film già scritto, ma ha dovuto fare i conti con un super Dumoulin. Senza dubbio il migliore in salita, anche se tatticamente non è stato perfetto negli ultimi due giorni a Piancavallo e Asiago.

NIBALI 7,5 – Per la quinta volta dal 2010 sale sul podio del giro. Un merito che gli va riconosciuto, ma non è il Vincenzo che abbiamo visto negli ultimi anni. In salita ha stentato all’inizio, poi come sempre in crescita negli ultimi giorni ha vinto una tappa meravigliosa con l’attacco sullo Stelvio. La concorrenza, però, è stata spietata per il successo finale.

PINOT 5,5 – Il grande sconfitto di questo Giro. Quando nella cronometro finale parti sul podio (e con flebili speranze di trionfo finale) per poi ritrovarti quarto, toppando nel giorno decisivo, non puoi non essere deluso. I tanti scatti e l’aver vinto una tappa (obiettivo minimo dichiarato alla vigilia) diventano solo una magra consolazione.

ZAKARIN, POZZOVIVO 7 –  quinto e sesto posto e un Giro di alto livello. Nessun vero acuto per i capitani di Katusha e AG2R, ma una corsa regolare priva di cedimenti ed errori tattici, condotta sempre a fianco dei big.

HIRT, POLANC 7,5 – Le vere sorprese di questo giro. Il ceco della CCC è stato tra i corridori più in forma nell’ultima settimana, tenendo quasi sempre le ruote dei migliori. Lo sloveno, invece, compie l’impresa sull’Etna e salva il Giro sottotono della Emirates e soprattutto del suo capitano Rui Costa (a cui rifila oltre un’ora di distacco nella generale).

JUNGELS 7,5 – Una maglia bianca meritata. Attivo fin dalla tre giorni sarda a supporto di Gaviria, lotta strenuamente con Yates per il titolo di miglior giovane. Si gode alcuni giorni in rosa, resiste come può sulle salite, vince a Bergamo, conquista la maglia all’ultima tappa. Al lussemburghese non si poteva davvero chiedere di più.

LANDA 9 – Bravissimo e sfortunatissimo. Il suo Giro viene rovinato dalla caduta ai piedi del Blockhaus: esce di classifica, ma non si ritira; si lancia a capofitto nelle fughe, perde due tappe all’ultima curva e poi vince in solitaria a Piancavallo, conquistando la maglia azzurra. La condizione e il passo c’erano tutte: senza la caduta vederlo sul podio non sarebbe stato poi così assurdo.

GAVIRIA 10 – Per il colombiano è stato il Giro della consacrazione. Quattro vittorie di tappa (su 6 sprint a disposizione), una superiorità imbarazzante negli ultimi 100 metri e la forza di volontà di onorare la corsa fino alla fine, vestendo la maglia ciclamino (un gradito ritorno: voto 10) fino a Milano. Una nuova stella delle volate è definitivamente venuta alla luce.

GREIPEL 5 – Ha avuto il merito di vincere una volata e di indossare la maglia rosa, ma il gorilla è un po’ lo sconfitto delle volate. A parte il trionfo in terra sarda, non si vede mai negli sprint finali ed è il primo a ritirarsi quando la strada inizia a salire.

SANCHEZ 8 – Un voto di conforto che vale per tutta l’Astana, in un Giro che più triste non si può. La morte di Scarponi (oltre all’assenza di Aru per infortunio) rendono il Giro del team kazako un autentico calvario sul piano emotivo e tecnico. Un Giro che lo spagnolo prova a onorare con una serie di fughe e il passaggio in cima al Mortirolo; ma non è sufficiente ad alleviare un dolore più che mai atroce.

RUI COSTA 4 – Un voto che sembra un po’ come sparare sulla croce Rossa, ma il portoghese è stato tatticamente pessimo. I suoi compagni più volte gli hanno steso tappeti rossi per la vittoria, ma l’ex iridato ha sprecato ogni singola occasione.

BARDIANI 5 – Il doppio forfait per doping di Pirazzi e Ruffoni prima della partenza del Giro è stato un brutto colpo per la squadra di Bruno Reverberi, ma è innegabile che potevano fare qualcosa in più. Ogni anno hanno dettato legge nelle fughe, quest’anno estremamente in ombra.

WILIER TRIESTINA 6 – Luca Scinto non sarà sicuramente soddisfatto visto che non ha portato a casa vittorie, ma il Giro della sua squadra si può ritenere sufficiente visti i piazzamenti di Mareczko in volata, secondo solo ad un mostro come Gaviria. Voto 10 per la simpatia, invece, alla maglia nera Fonzi che nella cronometro di Monza si è presentato alla partenza con un giubbotto di pelle nero come Fonzie di Happy Days.

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