Legge elettorale, Renzi attacca Beppe Grillo | “Ha preso in giro gli italiani, inaffidabile”

di Redazione

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Legge elettorale, Renzi attacca Beppe Grillo | “Ha preso in giro gli italiani, inaffidabile”

| venerdì 09 Giugno 2017 - 12:01

Lo strappo tra Pd e M5S sul tema della legge elettorale sembra di ora in ora sempre meno ricomponibile, con lo “spettro” di elezioni nel 2018, alla natura scadenza della legislatura. Intervenuto dal Nazareno durante la rassegna stampa “Ore Nove”, Matteo Renzi ha attacco duramente il leader pentastellato Beppe Grillo: “Chi ha preso in giro gli italiani ha un nome e un cognome: Beppe Grillo e non c’è chi non veda quanto sia grave quel che è accaduto”.

I Cinque Stelle sono stati inaffidabili come sulle unioni civili e su altre cose, sono inaffidabili per definizione, hanno la stessa credibilità quando parlano di legge elettorale di quando parlano di vaccini e scie chimiche – continua Renzi – Non è il singolo punto sul Trentino Alto Adige ma il lavoro comune: se su un patto vieni meno, stai prendendo in giro gli italiani”.

Il segretario poi assicura che “nessuno vuole un decreto” sulla legge elettorale. “Una legge c’è, anche se potrebbe necessitare di accorgimenti tecnici”. Pur “non particolarmente ottimista”, il segretario Dem ha quindi aggiunto di essere disponibile “a ragionare di tutto, il Pd aspetta le proposte di chi ha cambiato idea sul sistema tedesco”.

Nuovo accordo? “Ci sono tutte le condizioni per fare tutti insieme una bella legge, con Fi e M5s. Se le persone tornano a buon senso e ragionevolezza, lo vedremo. Non sono particolarmente ottimista. Siamo disponibili a ragionare di tutto, il Pd aspetta le proposte di chi ha cambiato idea”. E sul governo ribadisce il pieno sostegno: “L’esecutivo sta lavorando sulle questioni reali. Noi non accettiamo le provocazioni”.

Parla persino di vittoria Angelino Alfano, leader di AP: “Abbiamo vinto. Ieri si è trattato di un clamoroso fallimento; il nostro contegno sta nel non infierire e nel guardare avanti per il bene del paese. Siamo in una fase di sostegno e collaborazione al governo Gentiloni ma non ci sentiamo alleati del Pd. Votando a scadenza naturale, cioè tra nove mesi non c’è la necessità né l’urgenza di fare un decreto. Nel 2018 si può andare a votare con questa legge”.

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