Sgominata un banda di ladri, 4 arresti a Taormina | Utilizzavano i bancomat rubati alle vittime VIDEO

di Fabrizio Messina

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Sgominata un banda di ladri, 4 arresti a Taormina | Utilizzavano i bancomat rubati alle vittime VIDEO

| venerdì 21 Luglio 2017 - 08:56

Quattro persone sono state arrestate dai carabinieri di Taormina (Messina), in collaborazione con quelli di Catania Fontanarossa, perché ritenute responsabili, a vario titolo dei reati di furto aggravato in concorso e indebito utilizzo di carte bancomat. La misura cautelare ha raggiunto Ivan Bertino, 32 anni; Lorena Consoli, 28 anni; Annamaria Di Bella Annamaria, 37 anni e Carmelo Silvestro, 40 anni.

I militari hanno quindi notificato 4 ordinanze di custodia cautelare a due uomini e due donne, di cui due in carcere e due agli arresti domiciliari. Si tratta di un provvedimento emesso dal Tribunale di Messina-sezione del Giudice per le indagini preliminari.

Nei confronti di Bertino e Consoli è scattata la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre nei confronti degli altri due indagati si sono aperte le porte del carcere di Catania ”Piazza Lanza”. Gli indagati, in concorso tra di loro, spaccavano i finestrini delle auto facendo razzie e asportando tutti gli effetti personali.

I furti avvenivano principalmente nel territorio di Taormina, sulla fascia costiera, e nei pressi di note discoteche. La banda era ben organizzata ed all’interno della stessa ognuno aveva un ruolo ben definito. In un caso, dopo aver provveduto alla rottura di un finestrino di una macchina parcheggiata nei pressi di una nota discoteca a Forza d’Agrò, “asportavano e si impossessavano di un borsello contenente indumenti, chiavi, carte di credito, documenti ed una borsa da donna con all’interno un piccolo borsello ed una Carta Post Pay”.

Le indagini dei carabinieri di Taormina e nello specifico di quelli di Forza d’Agrò iniziarono grazie alla collaborazione di due vittime; nello specifico due soggetti derubati si presentarono presso gli uffici della Stazione carabinieri di Sant’Alessio Siculo sporgendo una denuncia di furto subita e perpetrata la notte precedente.

La banda aveva rotto il finestrino della loro macchina “asportando un borsello contenente documenti e chiavi, portafogli e carte bancomat“. Nella circostanza “la denunciante rappresentava ai carabinieri come sul suo cellulare era giunto un sms della propria banca che aveva segnalato che, alle ore 3.42 di quella notte, la sua carta bancomat era stata utilizzata presso un vicino sportello di un’agenzia della Banca sita a Taormina nel tentativo di prelevare denaro contante“.

I militari hanno quindi acquisito le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza, ed in particolare su un supporto informatico con le riprese delle persone che in quella fascia oraria avevano cercato di prelevare dallo sportello bancomat in questione. Le stesse immagini sono state dapprima diramate a tutti i comandi di Sicilia e Calabria e successivamente estese a tutto il territorio nazionale.

“Da quel momento ne nasceva un’intensa attività di polizia giudiziaria, in realtà già avviata agli inizi dell’estate, tanto che due soggetti, in un’altra circostanza e sempre nei pressi della discoteca venivano tratti in arresto e trovati in possesso di refurtiva prelevata da veicoli ivi parcheggiati e diversi attrezzi da scasso”, raccontano gli inquirenti.

In seguito alle diverse indagini esperite si è potuta appurare la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico delle quattro persone poi identificate. Infatti oltre al reato di furto aggravato in concorso agli stessi veniva anche contestato l’articolo 55 del decreto legislativo 231/07 poiché gli stessi la fine di trarne profitto per loro ed altri indebitamente utilizzavano, non essendone titolari, il bancomat di una vittima tentando di prelevare denaro contante.

Il gip nella sua ordinanza ha osservato come esistessero esigenze cautelari a carico degli indagati riferibili al concreto ed attuale pericolo di reiterazione di reati dello stesso tipo. Sempre il gip osservava come tale pericolo emerge in termini di concretezza ed attualità dal fatto che gli indagati avevano agito a volto scoperto.

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