Caritas: 37% di giovani a rischio esclusione sociale |Monsignor Galantino: “Politiche inadeguate”

di Redazione

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Caritas: 37% di giovani a rischio esclusione sociale |Monsignor Galantino: “Politiche inadeguate”

| venerdì 17 Novembre 2017 - 15:48

Il 37% dei giovani è a rischio esclusione sociale. Sono dati allarmanti quelli diffusi dal rapporto sulla povertà giovanile. Monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, commentando i dati, afferma che “il futuro di molti giovani in Italia non è serenamente proiettato verso l’avvenire, guardano il futuro con la testa indietro, con lo sguardo rivolto al passato che consegnava loro quantomeno una prospettiva. Invece i dati ci dicono che i figli stanno peggio dei genitori e i nipoti peggio dei nonni”.

“Oggi chi soffre di più – continua – sono i giovani tra i 20 e i 30 anni. Diventa quindi un’epoca in salita, di grande difficoltà. Le case sono impossibili da trovare, la pensione forse non verrà mai percepita”.

Nella fascia di età 18-34 anni è povero 1 su 10; complessivamente, in dieci anni la situazione è andata peggiorando visto che il numero complessivo di poveri è aumentato del 165,2% in un decennio: nel 2016 le persone in grave povertà sono risultate 4 milioni e 742mila. Nel dettaglio, spiega il rapporto Caritas che oggi “un giovane italiano su dieci vive in uno stato di povertà assoluta. Nell’ultimo decennio l’incidenza della povertà tra i giovani (18-34 anni) è passata dall’1,9% al 10,4%”.

A diminuire è la percentuale tra gli over 65, passata dal 4,8% del 2007 al 3,9%. “Rispetto al passato, ad essere maggiormente penalizzati dalla povertà economica e dall’esclusione sociale non sono più gli anziani o i pensionati, ma i giovani – registra il rapporto -. Se negli anni antecedenti la crisi economica la categoria più svantaggiata era quella degli anziani, da circa un lustro sono invece i giovani e giovanissimi (under 34) a vivere la situazione più critica, decisamente più allarmante di quella vissuta un decennio fa dagli ultra-sessantacinquenni”.

Monsignor Galantino sottolinea ancora: “Il dato colpisce per la sua durezza, la crisi economica ci lascia un esercito di poveri superiore per entità alla popolazione di interi paesi dell’Unione europea. Le varie misure e provvedimenti di contrasto messi in campo dall’Unione, ma anche dall’Italia, fanno fatica a arrivare in periferia. Hai voglia a dire che il Pil è aumentato dello zero virgola… finché un giovane non sa dove andare a lavoro, finché non si arriva a percepire una  possibilità reale, con tutto il rispetto, quegli annunci hanno il sapore della beffa. Se non arriva nelle tasche della gente questa possibilità, questa novità, finché uno non riesce a percepirla, non possiamo accontentarci”.

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