Ema, Gentiloni tenta il colpaccio: “Ma senza illuderci”

di Redazione

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Ema, Gentiloni tenta il colpaccio: “Ma senza illuderci”

| mercoledì 31 Gennaio 2018 - 11:39

[blockquote]Milano ci crede, Gentiloni anche, la partita per Ema è ancora aperta: “Dobbiamo provarci, sapendo che l’Ema è importantissima, interessa la salute di tutti i cittadini”, ha detto il premier che spera di convincere le autorità europee a spostare la sede dell’Agenzia del Farmaco da Amsterdam a Milano[/blockquote].

“C’è stata la gara tra 27 Paesi, noi abbiamo fatto un figurone perché siamo arrivati primi e poi abbiamo perso il sorteggio ma poi è emerso che ci sono informazioni incomplete nel dossier di Amsterdam. Chiediamo alla Corte di Giustizia e poi al Parlamento Ue di valutare. La partita non è chiusa ma non dobbiamo farci illusioni che sia facile riaprirla perché ci sono state procedure seguite”. 

Sono stati in tutto due i ricorsi ricevuti dai giudici europei di Lussemburgo per l’impugnazione dell’assegnazione dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) ad Amsterdam: uno è dell’Italia alla Corte di giustizia dell’Ue con la richiesta di annullare la decisione del Consiglio Ue; e l’altro del Comune di Milano davanti al Tribunale dell’Ue, con la stessa motivazione.  

Intanto anche il presidente lombardo Roberto Maroni prova a calcare la mano: “Sono preoccupato perché l’Agenzia del Farmaco è fondamentale per la tutela della salute dei cittadini e sapere che da marzo la sede non sarà pronta significa mettere a rischio la salute di tutti i cittadini, non solo quelli di Amsterdam”.

Ai microfoni di ‘6 su Radio 1’, il governatore leghista commenta: “Quando ci si accorge di aver fatto un errore, pur nel rispetto delle procedure, bisogna intervenire. Può farlo il Parlamento Europeo e la Commissione. Bisognerebbe riprendere in mano il dossier; a novembre c’era il rischio che Amsterdam non fosse pronta ora c’è la certezza”.

“Io non faccio tanto affidamento sulla Corte di Giustizia, perché le procedure sono state rispettate, quindi non c’è stato dolo – conclude Maroni – Serve far ricorso per porre la questione sul tappeto ma quello che è più importante è l’azione che il governo italiano deve fare. La questione è al 99% politica e all’%1 giurisdizionale”. 

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