Sicilia, i primi 100 giorni di Nello Musumeci: “Sono pochi”

di Redazione

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Sicilia, i primi 100 giorni di Nello Musumeci: “Sono pochi”

| giovedì 08 Marzo 2018 - 11:09

“Sono passati 100 giorni da quando si è insediato il governo. Per una Regione collassata 100 giorni sono pochi. Ci riserviamo di darvi appuntamento ai primi mille giorni. Nel frattempo dobbiamo mettere ordine”, sono le parole di Nello Musumeci durante l’incontro organizzato a Palazzo d’Orleans con la stampa per fare il punto sui primi cento giorni della giunta.

Presenti anche il neo assessore Alberto Pierobon, gli assessori Mimmo Turano, Bernardette Grasso, Ruggero Razza, Marco Falcone e Toto Cordaro. 

Poi, il governatore della Sicilia passa a snocciolare i dati: “Questo governo ha rimesso in circolazione qualcosa come 700 milioni di euro in appena 100 giorni. Scusate se sono pochi. 340 milioni sono del Po Fesr per le infrastrutture. Dopo i primi mille giorni – afferma – potremo apprezzare risultati sul Pil”. 

“Abbiamo finalmente avviato il decollo dell’area industriale di Gela”, ha ricordato e riferendosi alla sanità ha affermato: “Abbiamo rinnovato i direttori generali, 16 nuovi su 30, non era mai accaduto”.

Abbiamo un nuovo segretario generale – ha aggiunto, sottolineandolo due volte – e abbiamo avviato il confronto con lo Stato sulle questioni finanziarie. Un decreto ha stanziato 224 per acquisto di attrezzature sanitarie”.

Il governatore non dimentica il problema del randagismo: “Abbiamo stanziato la somma necessaria per sterilizzare 30 mila cani randagi”, così come ricorda l’acquisto di 264 nuovi autobus per 50 milioni di euro, e i due milioni per i bambini diabetici.

Musumeci si sofferma sul nuovo logo turistico della Regione: “Sicilia, il paradiso in terra”.

“A qualche sprovveduto che dice che siamo il governo del nulla rispondiamo con questa cartella – continua -. Su altro non rispondo perché c’è amarezza. Il confronto politico non dovrebbe mai superare certi limiti. Ma certa opposizione si trova in difficoltà”.

Musumeci ha poi parlato del futuro. “Adesso le riforme. La prima sulla legge elettorale, con un premio di maggioranza per chi vince. Poi – continua – le ex Province e l’accorpamento degli istituti di credito e un’indagine su come hanno lavorato Ircac e Crias in questi anni. Procederemo alla soppressione dell’Esa. Metteremo sul mercato i borghi rurali. E pensiamo di chiudere definitivamente la storia degli Iacp”.

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