Consultazioni, Di Maio: “Berlusconi faccia un passo di lato”

di Redazione

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Consultazioni, Di Maio: “Berlusconi faccia un passo di lato”

| giovedì 12 Aprile 2018 - 07:07

Il Presidente della Repubblica ha incontrato, oggi, le forze parlamentari e le cariche istituzionali per cercare di trovare una maggioranza in grado di dare la fiducia a un nuovo governo. A differenza del primo round, il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, e i presidenti delle Camere, Roberto Fico e Elisabetta Casellati, al Colle saliranno venerdì.

Si chiudono le Consultazioni al Colle

Si è appena conclusa la seconda ondata di consultazioni. In mattinata, Mattarella ha incontrato prima il Gruppo per le Autonomie, guidato da Juliane Unterberger. Poi è stato il turno del gruppo misto, con Bonino e Nencini. Infine, Civica popolare e Liberi e Uguali, con un Pietro Grasso che è apparso molto preoccupato per la crisi in Siria.

Nel pomeriggio, è il Pd il primo gruppo a salire al Colle. La Siria resta un argomento centrale, sia per i dem, sia per il centrodestra, giunto poco dopo al Quirinale. I 5 stelle chiudono le consultazioni con un Di Maio esausto e sfiancato dal tira e molla con la Lega di Salvini.

Ore 19:36 – M5S lascia il Colle, Di Maio: “Non comprendo la posizione di Salvini”

L’ultimo colloquio è concluso. Di Maio si schiarisce la voce e raggiunge i microfoni. Le prime dichiarazioni sono tutte riservate alla Siria, divenuta (quasi) il tema centrale delle consultazioni. Il leader 5 stelle condanna l’uso di armi chimiche, ma ribadisce: “Restiamo al fianco della NATO”. E concorda con Salvini, sulla missione dell’Italia: “Indirizzeremo i nostri alleati verso la pace”.

La crisi della Siria diviene, quindi, il pretesto per saltare alla questione-governo. “Questa escalation internazionale impone un’accelerazione nella formazione dell’esecutivo”, afferma, concorde sostanzialmente con tutte le forze politiche. Torna, poi, a insistere sul ‘contratto di governo‘ che il M5S aveva proposto a Pd e Lega. Si dice lieto dell’apertura di alcuni esponenti dem. Poi, però, non nasconde le critiche: “Nessuno può esimersi dalla responsabilità di formare il governo, soprattuto non chi ha scritto la legge elettorale”.

Con Salvini c’è sinergia. Questo è, in sintesi, il messaggio di Di Maio. Ma questa sinergia di intenti incontra un ostacolo. Un ostacolo ormai quasi millenario. “Ѐ stata una battutaccia”, è il commento che riserva all’ultimo recentissimo monito di Berlusconi agli italiani. E, dopo aver liquidato il caso con diplomazia, torna su Salvini. “Non comprendo la posizione della Lega”, afferma. “Si ostinano a propinare questa coalizione. Da Arcore non può venire alcun governo di cambiamento”, così si esprime un Di Maio che non ha paura di tornare a votare, ma che preferirebbe evitarlo. Così, almeno, emergerebbe dalle sue parole. “Silvio Berlusconi faccia un passo di lato e consenta la partenza di un governo del cambiamento”. E sembra quasi una preghiera. Come quella dell’ex Cavaliere, poco prima.

Ore 18:31 – I pentastellanti salgono al Quirinale

Mattarella riceve l’ultimo gruppo parlamentare. Il M5S raggiunge il Quirinale. Di Maio guida la Renault grillina che trasporta, oltre all’illustre conducente, i capigruppo Grillo e Toninelli. L’auto entra nel cortile d’onore, si ferma all’ingresso e la delegazione pentastellata scende a chiudere il secondo turno di consultazioni per la formazione dell’esecutivo.

Ore 18:09 – Il centrodestra lascia il Colle, Salvini: “Il centrodestra è unito”

Le porte si aprono e i tre leader si avviano verso i microfoni. Con il beneplacito di Berlusconi, è Salvini a parlare. Ma l’ex Cavaliere non sa rinunciare alla pole e, sorridendo, dichiara: “La parola al leader”. Chissà se è ironico. Salvini, invece, è molto più pratico. E, probabilmente, è anche convinto che l’epoca dell’opposizione sia davvero finita. Esordisce con un’attesa dichiarazione sull’unità del centrodestra. Nessun riferimento al M5S. “C’è tra di noi una condivisione invidiata e invidiabile dalle altre forze politiche”, dichiara il segretario del Carroccio, prima di mettere al centro i temi di sempre: riduzione delle tasse, lavoro per i giovani, immancabile sostegno ai terremotati, ancora più immancabile opposizione all’immigrazione clandestina.

Poi, vira sulla crisi siriana, concordando con Grasso e Martina. “Non possiamo più attendere per formare un governo. Le circostanze internazionali lo richiedono subito”, afferma Salvini. Evoca persino il cosiddetto spirito di Pratica di Mare, e un presunto ruolo dell’Italia come collante tra la NATO e la Russia. “Siamo contrari a qualunque reazione unilaterale”, aggiunge. Poi saluta e, con la Meloni, si prepara a scendere dal Colle.

Berlusconi, invece, attende ancora qualche istante. Prende i microfoni. Fa per parlare. Proprio non sa farla la parte del secondo. “Sappiate distinguere chi è un vero democratico da chi non conosce neppure l’ABC della democrazia”, tuona solenne. E non è difficile capire a chi si stesse riferendo.

Ore 17:45 – Mattarella incontra il centrodestra

Salgono al Colle i gruppi parlamentari del centrodestra, in un’unica delegazione. Si tratta, dunque, un gruppo piuttosto numeroso. C’è la Lega, con Salvini e i capigruppo Giorgetti e Centianio. C’è Giorgia Meloni, con Fabio Rampelli e Stefano Bertacco. E c’è Berlusconi, sorridente e istituzionale, in prima linea accanto al capo dello Stato. Lo accompagnano Bernini e Gelmini.

Ore 17:25 – Il Pd lascia il Quirinale, Martina: “Litigano in pubblico e intanto si spartiscono le poltrone”

La crisi siriana entra al Quirinale. E, come Grasso, Martina si dice convinto della necessità immediata di un governo. “Ѐ inaccettabile il rinvio per aspettare le regionali”, afferma con convinzione.

Poi, affonda sull’asse presunto Lega-M5S: “Da una parte screzi e polemiche pubbliche e dall’altra sistematica occupazione di responsabilità parlamentari”. Sono piuttosto severe le parole che il reggente dem dedica alle polemiche pubbliche tra i partiti vincitori, controbilanciate – a suo dire – dalla spartizione delle poltrone disponibili. Il riferimento implicito è al leghista Molteni, eletto presidente della commissione speciale della Camera. Vicepresidenti e segretari a grillini e forzisti, ma nessuno al Pd

Ore 16:56 – Martina: “Chi ha vinto dica cosa vuole”

Dopo un incontro durato meno di mezz’ora, la delegazione Dem lascia il Quirinale. Al termine delle consultazioni, Martina – a nome del Pd – ha citato il sociale, il lavoro e il rilancio europeo. “Lavoreremo su alcune questioni prioritarie, fondamentali per il Paese, lo abbiamo ribadito oggi con grande convinzione”, ha dichiarato il segretario. E si è, peraltro, augurato che il braccio di ferro coi 5 stelle possa terminare il prima possibile. “Chi ha vinto dica cosa vuole”, ha aggiunto.

Ore 16:20 – Il Pd sale al Quirinale

Il Pd ha raggiunto il Quirinale. Il primo ad arrivare è Martina, seguito dai capigruppo Marcucci e Delrio che, come il presidente Orfini, sono giunti a piedi dal Nazareno.

Ore 11:55 – Grasso: “Bisogna accelerare sul governo”

LeU ha terminato il suo colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “La crisi in Siria  – ha detto Pietro Grasso – rende necessaria un’accelerazione sulla soluzione della crisi, sul trovare intese e non attendere le elezioni regionali per poter stabilire i rapporti di forza all’interno delle coalizioni”.

Ore 11:29 – Lupi: “È necessario fare passi avanti”

Maurizio Lupi, di Noi con l’Italia, ha così parlato dopo l’incontro con Mattarella: “Siamo stati eletti nel centrodestra. Abbiamo espresso a Mattarella la necessità assolta di fare un passo avanti e uscire dal retroscena per una assunzione di responsabilità”. E ha ribadito l’importanza del centrodestra: “La legge elettorale prevedeva coalizioni per potersi candidare a governare il Paese. Una, quella di centrodestra, unita, ha la maggioranza relativa, e unita partecipa al compito che ci ha affidato Mattarella nel trovare una maggioranza. Dividerla sarebbe un gravissimo errore con veti che non si spiegano da parte di un partito che non ha vinto le elezioni”.

Ore 11:27 – Lorenzin: “Stiamo all’opposizione ma siamo preoccupati”

Civica popolare non voterebbe la fiducia a un governo di centrodestra. “Noi siamo all’opposizione – dice Beatrice Lorenzin -. Ma vediamo con grande preoccupazione la situazione in Siria e credo che anche il posizionamento dell’Italia nello scacchiere internazionale richieda chiarimenti da parte di chi oggi si candida a guidare il Paese”.

Ore 11:06 – LeU arriva al Colle per le consultazioni

Anche la delegazione di Liberi e Uguali è arrivata al Colle per le consultazioni con il capo dello Stato, Sergio Matarella. Tra gli esponenti, ad entrare nello studio alla vetrata del Quirinale, il capogruppo alla Camera, Federico Fornaro, e la senatrice, Loredana De Petris.

Ore 10:58 – La delegazione del gruppo Misto alla Camera è arrivata al Quirinale

La delegazione del Gruppo Misto alla Camera è arrivata al Quirinale per incontrare Mattarella. Tra gli altri, sono presenti gli esponenti centristi Beatrice Lorenzin (Civica popolare) – ministro della Salute in carica – e Maurizio Lupi (Noi con l’Italia).

Ore 10:50 – Bonino e Nencini fermi all’opposizione

+Europa e il Psi diano non hanno intenzione di collaborare alla costituzione di un governo con M5s o Lega: “È un’interpretazione errata – ha detto Emma Bonino -, basandosi peraltro sui programmi elettorali e le dichiarazioni delle ultime settimane quando parlo di tenuta conti pubblici non mi pare ci siano margini in questo momento, a meno che alcune forze politiche non cambino posizioni. Ma non mi pare sia così”. Riccardo Nencini  ha confermato così la sua posizione: “Non lo abbiamo esplicitato perché la ritenevamo una cosa da non ricordare, perché la consideravamo fatta”.

Ore 10:45 – Nencini: “La Siria ci obbliga alla fretta”

Riccardo Nencini del Psi, al termine dell’incontro al Colle con Mattarella, ha detto: “Non ha senso aspettare le elezioni regionali. La crisi siriana ci obbliga a fare in fretta e a dare rapidamente un governo alla Repubblica. Sia presentata al più presto dal centrodestra una concreta ipotesi di lavoro che non sia solo programmatica, ma si leghi ad una maggioranza parlamentare”. E ha aggiunto: “Abbiamo chiesto al presidente Mattarella di accelerare sulla possibilità di far sì che sia presentata da chi ha vinto le elezioni una proposta concreta uscendo dalle schermaglie giornalistiche”.

Ore 10:43 – Bonino: “Governi chi ha avuto più voti”

Terminato il colloquio tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e Emma Bonino, coordinatore della componente +Europa. “Chi ha avuto più voti  – ha detto la Bonino – ha il diritto e persino la responsabilità e il dovere di provare a costruire una maggioranza parlamentare e di governo”.

Ore 10:30 – Laniece (Uv): “Sono preoccupato per lo stallo governativo”

Albert Laniece, vicepresidente del gruppo “Per le Autonomie” al Senato e rappresentante dell’Unione valdotaine, dopo il colloquio con Mattarella si dichiara preoccupato per lo stallo governativo, cui aggiunge l’attenzione per la crisi siriana.”Il Paese abbia un governo con piene funzioni per rapportarsi con i Paesi coinvolti – ha detto, e ha reclamato per la Valle d’Aosta “un seggio al Parlamento Europeo e, ove riparta la stagione delle riforme, chiederemo l’inserimento del principio della previa intesa”.

Ore 10:26 – Achammer (Svp) : “Confidiamo che Mattarella ci dia incarico”

Philipp Achammer, al termine del suo colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha detto: “La Svp era ed è sempre disposta come partito in rappresentanza delle minoranze a dialogare con tutte le forze politiche che si dimostrano disponibili a loro volta. Confidiamo che il presidente Mattarella conferisca un incarico per un sostegno a punti essenziali e indispensabili come Europa e rispetto alla tutela delle minoranze“.

Ore 10:25 – Bonino e Nencini arrivano al Colle

Riccardo Nencini, presidente della componente Psi del Gruppo Misto al Senato, ed Emma Bonino, coordinatore della componente +Europa, sono arrivati poco fa al Quirinale per le consultazioni.  Le singole componenti del Gruppo Misto vengono ricevute separatamente, a differenza di quanto accaduto durante il primo giro.

Ore 10:20 – Le Autonomie lasciano il Quirinale: “Siamo disponibili a dialogare”

Juliane Unterberger, presidente del gruppo Per le Autonomie al Senato, si è così espresso al ternime del colloquio con Mattarella: “Abbiamo ribadito la nostra disponibilità a dialogare con tutte le forze politiche e a collaborare con chi condivide i valori europei e a tutela delle minoranze”.

Ore 10 – Il gruppo per le Autonomie arriva al Quirinale

Il gruppo per le Autonomie del Senato è stato il primo ad arrivare oggi al Quirinale, per il secondo giro di consultazioni con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Consultazioni, domani i big

Il momento più importante sarà giovedì pomeriggio, quando il Presidente della Repubblica incontrerà le forze politiche più numerose in Parlamento: Pd, centrodestra e Movimento 5 Stelle. Quest’ultimo, attraverso il leader Luigi Di Maio, ieri ha fatto sapere che “sono stati fatti passi in avanti nell’ambito della formazione del nuovo governo che voglio esporre al Presidente della Repubblica”.  E ha precisato che illustrerà “anche i tempi rispetto alle scadenze delle altre forze politiche”. Sul piano delle possibili intese con Pd e Lega, l’esponente 5 Stelle ha aggiunto: “Sceglierò quel contratto di governo che permette più vantaggi per gli italiani”.

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