Governo, Di Maio: “Diversi dal Pd, ma sui temi ci siamo”

di Redazione

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Governo, Di Maio: “Diversi dal Pd, ma sui temi ci siamo”

| martedì 24 Aprile 2018 - 08:23

Con il Pd ci sono profonde differenze ma se riusciremo a mettere al centro l’interesse nazionale, sui temi ci siamo e l’abbiamo sempre detto”. Queste le parole del leader  del M5s Luigi Di Maio al termine dell’incontro con Roberto Fico. “Abbiamo apprezzato le parole del segretario del Pd Martina, sono parole che vanno in direzione dell’apertura – continua Di Maio – Abbiamo detto al presidente Fico che manteniamo la linea delle elezioni, di insistenza sui temi per il cambiamento del paese e abbiamo detto che non rinunciamo ai nostri valori e alle nostre battaglie politiche”.

Di Maio però avvisa: “Se fallisce questo percorso per noi si deve tornare al voto non sosterremo nessun altro governo, tecnico, di scopo o del presidente”. “M5s e Lega, M5S e Pd e qualsiasi partito sono e resteranno alternativi e questo patto deve essere segno di rispetto dei nostri elettori e degli elettori dei partiti. Ma nessuna forza politica può fare da sola, nessuno può dare un governo a questo Paese da solo. Per questo abbiamo ribadito la disponibilità a un confronto con il Pd”.

Dal Pd alla Lega, la stilettata è sempre dietro l’angolo: “Salvini si è condannato a irrilevanza. Sono passati circa 50 giorni in cui abbiamo provato in tutti modi e tutte le forme a firmare un contratto di governo per il cambiamento del Paese con Salvini e la Lega ma loro hanno deciso di condannarsi all’irrilevanza per rispetto dei loro alleati e del loro alleato invece di andare al governo nel rispetto degli italiani”.

“È chiaro che un governo del centrodestra non è più un’ipotesi percorribile, gli unici che non l’hanno capito sono forse proprio loro ma dopo il fallimento del mandato di Casellati quell’ipotesi tramonta del tutto”. ha aggiunto Di Maio. Nelle prossime ore, quindi, la pista da battere sarà quella dell’accordo Lega-Pd

Fico incontra il Pd, Martina: “Disposti a parlare”

“Abbiamo detto a Fico una cosa: dopo 50 giorni di questa situazione che abbiamo tutti osservato e vissuto di impossibilità ad arrivare ad una proposta di governo, noi siamo disponibili a valutare il fatto nuovo se verrà confermato in queste ore e cioè la fine di qualsiasi tentativo di un accordo con la lega”. È questa la posizione ufficiale del Pd espressa per voce di Maurizio Martina, reggente del partito, al termine dell’incontro con Fico.

Alla Camera era presente una delegazione del Pd composta da Maurizio Martina, Andrea Marcucci, Graziano Delrio e Matteo Orfini. Gli esponenti Dem sono giunti al colloquio dopo essersi riuniti al Nazareno. A seguire la delegazione M5S, composta dal capo politico Luigi Di Maio e dai capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli, è arrivata dal presidente della Camera per le consultazioni. 

Le trattative tra il M5S e il Pd per trovare una maggioranza in grado di governare il Paese sembrano essere comunque lontane, almeno stando alle dichiarazioni rilasciate ieri sera, a poche ore dal mandato esplorativo ‘circoscritto’ concesso dal presidente Mattarella a Roberto Fico.

Le richieste avanzate dal Pd al M5S

“Attendiamo di capire gli sviluppi, lo faremo con la massima disponibilità, tenendo fermi la chiarezza, la responsabilità, il riconoscimento della fase del Paese che sta attraversando. Il tira e molla di questi 50 giorni che non hanno prodotto nulla non lo si deve certo al Pd”, ha aggiunto Martina. 

Le richieste: “Sul piano programmatico noi abbiamo ribadito al presidente Fico che l’asse di riferimento sta attorno al programma del Pd, nei 100 punti proposti al Paese, e in tre sfide essenziali richiamate durante le consultazioni al Quirinale”. Il primo punto: “L’Italia è chiamata a scegliere se contribuire a un stagione europeista o se ripiegare sul sovranismo – continua il leader dem – Noi siamo per un lavoro deciso perché Italia contribuisca, assieme alla Francia e alla Germania, a una nuova agenda europea, mentre altre forze hanno una idea opposta”.

Il secondo punto riguarda “il rinnovamento della democrazia, al di là della deriva plebiscitaria“, mentre il terzo “politiche del lavoro e di contrasto alla povertà e alle disuguaglianze entro gli equilibri di finanza pubblica”.

Franceschini: “Sconcertato da alcuni esponenti dem”

Ma stamattina, dal coro dei dem esce Dario Franceschini che, dalle pagine di Repubblica, apre al M5S e si dice “sconcertato per le dichiarazioni di totale chiusura di esponenti del mio partito”.

“Abbiamo l’obbligo di verificare nei contenuti la possibilità di un’intesa, senza pregiudiziali ma tenendo unito il partito”. In questa fase, sottolinea Franceschini, il Pd “non può rispondere con un semplice NO” all’esploratore Fico, ed esorta Renzi a discuterne “in direzione e nei gruppi parlamentari”.

 

 

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