Usa e armi, Trump rilancia: “Armiamo gli insegnanti”

di Redazione

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Usa e armi, Trump rilancia: “Armiamo gli insegnanti”

| sabato 05 Maggio 2018 - 07:26

Più armi, più sicurezza“, è questa la teoria del presidente Donald Trump alla luce del boom di morti violente negli Stati Uniti. Troppe sparatorie nelle scuole? Basta armare gli insegnanti, ribadisce il tycoon alla convention della Nra, la lobby delle armi americana, a Dallas, in Texas: “Avete un’amministrazione che combatte per il secondo emendamento della Costituzione. Non sarà mai in pericolo finché sarò presidente”.

“Se mettessimo fuori legge le armi come alcuni vorrebbero dovremmo mettere fuori legge tutti i camion, tutti i furgoni, che sono le nuove armi dei terroristi” ha detto provocatoriamente il presidente Usa facendo riferimento ai recenti attacchi terroristici in Europa e Nordamerica. Trump poi ha esaltato i risultati della sua amministrazione e invitato ad andare a votare alle elezioni di midterm sostenendo i candidati repubblicani.

Trump e la lobby delle armi, un legame fortissimo

La proposta di Trump è di rafforzare i controlli sulle armi, illustrate all’indomani della strage di Parkland, di cui ha voluto ricordare le vittime, i sopravvissuti e le loro famiglie. Il presidente ha insistito sugli insegnanti da addestrare e armare, sulla presenza di guardie armate, sul rafforzamento dei controlli sui precedenti di chi acquista armi e sulla necessità di togliere le armi alle persone pericolose, comprese quelle con problemi mentali. Nessun riferimento invece all’aumento dell’età minima per comprare le armi. Insomma, sembra che gli interessi delle lobby delle armi, negli Usa, contino più di ogni altra cosa. 

Ma alla convention il presidente Trump parla a ruota libera anche di economia e soprattutto del Russiagate. Nel suo mirino finisce ancora una volta il procuratore speciale Robert Mueller. “Una caccia alle streghe, una vergogna” ha ribadito citando il caso del giudice della Virginia davanti al quale si sta tenendo uno dei procedimenti contro Paul Manafort, l’ex presidente della campagna di Trump.

Usa, dalle armi al Russiagate

Il giudice federale ha infatti criticato Mueller affermando che l’imputazione di Manafort serve come “leva” per ottenere informazioni su Trump e che non vede quale relazione abbiano le accuse con l’indagine sul Russiagate. Quanto all’economia, Trump ha festeggiato il calo dello disoccupazione sotto il 4%, al 3,9% ovvero ai minimi dal dicembre 2000: “Sono fra i risultati migliori di sempre”, ha sottolineato. “The Donald”, in chiusura, rivendica come successo epocale la sua riforma delle tasse da 1.500 miliardi di dollari “che sta aiutando le imprese e quindi gli investimenti”. 

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