Governo, dal “caso Fontana” agli annunci di Di Maio

di Redazione

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Governo, dal “caso Fontana” agli annunci di Di Maio

| sabato 02 Giugno 2018 - 17:24

Prime interviste e prime grane per il neonato governo Conte. A finire nell’occhio del ciclone è il ministro della Famiglia e disabilità Lorenzo Fontana, leghista, noto anti-abortista e attivista ultracattolico. Le “famiglie Arcobaleno non esistono”, ha detto Fontana nel corso di un’intervista concessa al Corriere.

Fontana ha rimarcato che “per legge non esistono in questo momento“, ricordando però che “nel programma che è stato steso con i 5 Stelle non si sono, volutamente, toccati i temi etici. E io rispetterò quel programma. Quindi le varie realtà omosessuali, Lgtb, eccetera non si devono preoccupare”.

Diversi comunque i passaggi incriminati: “Se l’Europa sta invecchiando ha bisogno di fare figli” e “voglio intervenire per potenziare i consultori per cercare di dissuadere le donne ad abortire”. Fontana ha anche dichiarato che “restringere il diritto all’aborto è un tema che nel Contratto non c’è, credo anche che nella maggioranza non esista una sensibilità di questo tipo. Purtroppo, a mio modo di vedere. Voglio intervenire per potenziare i consultori per cercare di dissuadere le donne ad abortire. Sono cattolico, non lo nascondo. Ed è per questo che credo e dico anche che la famiglia sia quella naturale, dove un bambino deve avere una mamma e un papà”.

“Voglio lavorare per invertire la curva della crescita che nel nostro Paese sta diventando davvero un problema – dichiara poi Fontana – È a rischio la tenuta sociale, perché si sta invertendo la piramide fra anziani e giovani. Anche economicamente, la situazione è insostenibile. Si dice che l’Europa che invecchia abbia bisogno di immigrati. Io credo invece che abbia bisogno di rimettersi a fare figli”.

“In Europa sono molti gli esempi di politiche demografiche – ha aggiunto Fontana – si potrebbe pensare a un aumento degli assegni familiari o alla riduzione dell’Iva sui prodotti per i neonati. Oppure, visto che vogliamo la flat tax, applichiamola subito ai nuclei con almeno tre figli. Essendo un ministro senza portafogli darò molto fastidio al ministro dell’Economia (Giovanni Tria, ndr). Vanno spese le risorse che servono, altrimenti il Paese è destinato al declino”.

Infine il discorso legato alla disabilità: “La questione economica è fondamentale. Gli assegni, specie quelli per i disabili gravi, sono troppo bassi, quasi derisori. Sono problemi che lo Stato ha sempre affrontato con superficialità. Adesso si cambia. Sono certo che le risorse si troveranno”. Ma la Lega corre subito ai ripari. In campo scende direttamente Matteo Salvini, segretario del Carroccio e ministro degli Interni: “Fontana è libero di avere le sue idee ma non sono priorità e non sono nel contratto di governo”.  

Di Maio parla di programmi: “Non prometto miracoli, parlo di fatti” 

Meno turbolento e più acclamato, invece, l’intervento dell’alleato di Governo Luigi Di Maio: “Noi ci mettiamo al lavoro per creare lavoro – ha detto il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro – Il Jobs Act va rivisto, c’è troppa precarietà. La gente non ha certezza neanche più per prenotarsi le vacanze non solo per sposarsi e se dobbiamo dare più forza all’economia la dobbiamo ridurre”. 

 “Questi due ministeri insieme sono una potenza, se si parlano – continua Di Maio – Da questi ministeri partono i nostri cavalli di battaglia. Tra le iniziative da affrontare subito, nel breve medio e lungo periodo, ci sono il via allo spesometro, al redditometro, alle spese di settore. Poi dobbiamo portare avanti delle politiche industriali, con investimenti nell’auto elettrica. Pensioni? Applicheremo la misura quota 100 per superare la legge Fornero”.

Lavoro, tema caldo del programma di governo: “Metterò assieme gli assessori al Lavoro di tutte le Regioni italiane e cominceremo a lavorare per migliorare questi centri (per l’impiego, ndr)che hanno bisogno di più personale, di più risorse e di una filosofia diversa dove c’è lo Stato che mi consiglia su cosa formarsi in attesa che arrivi una proposta di lavoro – continua il leader grillino – Nominerò come consulente l’imprenditore Bramini (l’imprenditore fallito con un credito nei confronti dello Stato di 4 milioni, ndr), cui avevo promesso questo ruolo”, ha aggiunto Di Maio.

“Non faccio annunci, non prometto miracoli, parlo di fatti. Io sarò un servitore dello Stato e del popolo italiano, lo farò con tutte le mie forze. Dipenderà molto dal sostegno che ci darete, alla parata del 2 Giugno tanta gente, ma veramente tanta ci ha abbracciava. La mia più grande preoccupazione sarà non deludere gli italiani e non vi deluderò”.

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