Rabbia a Tunisi per il j’accuse di Salvini: “Parole durissime”

di Andrea Profeta

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Rabbia a Tunisi per il j’accuse di Salvini: “Parole durissime”

| lunedì 04 Giugno 2018 - 18:27

Il tour governativo (ed elettorale) di Salvini neo-ministro fa tappa in Sicilia. Ѐ la sua prima domenica da titolare del Viminale ed è prevedibile che il leader del Carroccio dedichi le sue prime dichiarazioni da ministro alla questione migratoria. Meno scontate, invece, sono le parole con cui mira alla Tunisia. ‘Parole pesantissime’ che lasciano interdetto il governo di Tunisi.

Infatti, quel paese ‘esportatore-di-galeotti’ non ci sta a incassare le parole di Matteo Salvini. Le autorità tunisine denunciano le accuse del vicepremier gialloverde, rese più gravi dall’occasione in cui sono pronunciate. Perché, a dire del governo della Tunisia, le parole di Salvini aprono una ferita ‘che non sarà facile ricucire’, soprattutto nel tragico giorno di ieri

Rabbia e stupore a Tunisi: “Non meritiamo certe accuse”

Salvini, da parte sua, annunciava (e auspicava) un incontro tête-à-tête con la sua controparte tunisina. Per farlo, certo, avrà scelto un metodo poco felice. E una reazione, da Tunisi, se la aspettavano in molti. Quel j’accuse ‘non-state-sicuramente-esportando-gentiluomini’ non poteva andare giù all’esecutivo tunisino.

Tunisi, infatti, è imbarazzata. “Non meritiamo queste accuse”, riferisce un’auterevole fonte vicina al governo. Una fonte che, poi, si fa meno diplomatica. “Ci piacerebbe sapere che ne pensa Conte di certe uscite”, ribattono al di sotto del canale di Sicilia. Poi, confermano di voler incontrare Salvini, ma ci tengono a ribadire che nessuno – al governo di Tunisi – può essere trattato come se fosse sul banco degli imputati. Ai vertici del paese, fanno eco la deputata Imen Ben Mohamed (eletta nella circoscrizione estera in Italia) e la leader popolare Hamma Hammami. Ma se Imem preferisce una linea più light, ribandendo l’esemplare cooperazione che da sempre lega Tunisi e Roma, Hamma tuona contro Salvini: “Vorrei chiedere se sia sua intenzione impiantare o finanziare anche in Tunisia lager dove detenere le persone chiamate migranti”. E, nel giorno dei naufragi, quelle parole non potevano che suscitare una forte reazione di sdegno.

Il dietrofront del Viminale e la difesa di Salvini

Il Viminale, però, sceglie la via istituzionale. E, giusto in queste ore, arriva il dietrofront. Il ministero degli Esteri di Tunisi, infatti, ha ricevuto l’ambasciatore italiano per avere conto di quelle asserzioni durissime. Ed è proprio all’ambasciatore che Salvini ha affidato l’incarico di sanare lo scontro. Le sue parole, infatti, sarebbero state travisate e riportate fuori contesto. L’Italia non ha nessuna intenzione di sospendere l’intensa attività di collaborazione con la Tunisia sul fronte migratorio. Del resto, Salvini ha addirittura definito ‘discreto’ il lavoro svolto da Minniti sulle politiche di controllo dei migranti. E poi c’è quella frase sui “fessacchiotti” che credono che il neo-ministro voglia far annegare la povera gente: un’uscita che potrebbe aver fatto storcere il naso a più di un elettore. Insomma, è chiaro, i toni dell’opposizione sono davvero lontani.

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