Stadio Roma, l’assistente di Parnasi: “Dati soldi a un funzionario”

di Redazione

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Stadio Roma, l’assistente di Parnasi: “Dati soldi a un funzionario”

| martedì 19 Giugno 2018 - 19:27

La vicenda giudiziaria legata alla realizzazione del nuovo stadio della Roma si arricchisce di nuovi capitoli. Se da un lato c’è l’imprenditore Luca Parnasi che si avvale della facoltà di non rispondere al gip, dall’altro c’è il suo assistente, Luca Caporilli, che fa ammissioni pesantissime al pm rispetto a “dazioni di denaro in favore di almeno di un funzionario pubblico responsabile dei pareri al progetto sulla struttura che dovrebbe sorgere a Tor di Valle”. 

Parnasi, arrestato mercoledì, è stato intanto trasferito dal carcere di San Vittore di Milano a quello romano di Regina Coeli. Caporilli, al contrario di Parnasi che punta ad un confronto con i pm, avrebbe fornito elementi utili alle indagini: “Al tavolo per la modifica del progetto dello stadio della Roma era l’avvocato Lanzalone a rappresentare il Campidoglio”. 

“Questi sono tutti figli di puttana alla fine! e pensano al loro culo politico, non pensano a Roma, non frega un cazzo nessuno, questa è la verità: di Roma non gliene frega un cazzo nessuno“. A parlare è Luca Parnasi con i suoi collaboratori lo scorso 4 marzo del 2017. L’imprenditore si lamenta dei temi lunghi delle procedure burocratiche causate della Valutazione di impatto ambientale negativa. “Dobbiamo dire noi come si fanno le cose non farcelo dire”, aggiunge poi Parnasi. 

Stadio Roma, le intercettazioni dello scandalo

Nelle carte allegate all’ordinanza si legge che “Parnasi si lamenta del fatto che i tempi sono troppo lunghi”. “Ci ho messo 26 milioni e mi rode il culo e così rischiamo che Pallotta va via – dice intercettato – noi dobbiamo dire a Comune e Regione cosa devono fare…, cercando di comprimere il più possibile i tempi“. “Dobbiamo dire noi come si fanno le cose non farcele dire da Lanzalone…persone che non hanno mai fatto una convenzione a Roma o Civita che fa il politico sulla pelle nostra”.

“Definiamo i tempi noi e gli diciamo si deve fare così perché sennò siamo morti … dobbiamo invertire la marcia, quello che è successo ieri è grave… per questo mi sono mangiato Luca Bergamo (il vicesindaco di Roma, ndr) e dobbiamo dire: signori si fa così ma il tono deve essere fermo e irremovibile”. 

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