Comunali, ai ballottaggi sparisce il Pd: la Lega vola, il M5S frena

di Redazione

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Comunali, ai ballottaggi sparisce il Pd: la Lega vola, il M5S frena

| lunedì 25 Giugno 2018 - 07:35

Più la sinistra insulta, più i cittadini ci premiano“. Il vicepremier leghista Matteo Salvini rivendica così gli storici successi elettorali conseguiti ai ballottaggi. Le roccaforti rosse – da Massa a Pisa, da Siena a Ivrea e Terni – diventano a sorpresa avamposti del centrodestra. Hanno scelto il Carroccio la ‘capitale’ delle acciaierie del centro Italia e la città della Olivetti, da sempre sede operaia del Paese. Non sfonda come previsto, invece, il M5S che però porta a casa la conquista di Avellino con Vincenzo Ciampi e Imola, ex roccaforte del Pd. Successi che Di Maio definisce ‘straordinari’.

Di Maio invece glissa su Ragusa, dove il M5S viene sconfitto da Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni ne è certa: “Le roccaforti rosse non esistono più”. In effetti l’asse toscano del Pd non esiste più. La riconferma ad Ancona, unico capoluogo di Regione al voto, della sindaca uscente di centrosinistra, Valeria Mancinelli, è un “unicum” insieme o al terzo municipio di Roma, dove si impone Giovanni Caudo.

Ballottaggi, crolla il centrosinistra: avanzano Lega e M5S

A Imperia risorge invece Claudio Scajola, scomparso politicamente dopo la vicenda della ‘casa a sua insaputa’, conquistando per la terza volta la sua città contro l’altro candidato di centrodestra, Luca Lanteri, sostenuto da Toti: “Ho vinto da solo contro il resto del mondo”, scandisce l’ex capo del Viminale, che assicura: “Il centrodestra non c’è più” 

Il centrosinistra viene travolto in Toscana e in Emilia. I Cinque Stelle si affermano ad Avellino e Imola ma perdono Ragusa. Avanzano Lega e centrodestra. Questo il quadro dopo i ballottaggi che hanno chiuso il voto per le comunali 2018. Ribaltone in Toscana, dove Pisa, Siena e Massa passano in blocco al centrodestra. Ammette la sconfitta anche Maurizio Perinetti, candidato sindaco del centrosinistra a Ivrea: qui la sinistra amministrava ininterrottamente dal Dopoguerra. A Terni, dopo quasi 20 anni, la citta’ delle acciaierie, passa dal centro sinistra al centro destra, vince un leghista. 

Le ‘roccaforti rosse’ non esistono più

Dei 20 comuni al voto, 14 erano guidati da sindaci uscenti del centrosinistra (Sondrio, Imperia, Brescia, Vicenza, Treviso, Ancona, Barleta, Viterbo, Avellino, Catania, Siracusa, Siena, Pisa e Massa); uno, Ragusa, dai Cinque Stelle; quattro erano invece governati da un commissario straordinario (Teramo, Terni, Brindisi e Trapani); infine Messina dal 2013 era governata da Renato Accorinti a capo di una lista civica. Al primo turno, il 10 giugno scorso, sono stati eletti due sindaci del centrosinistra – il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono e quello di Trapani, Giacomo Tranchida – e quattro sindaci di centrodestra: quelli di Catania Salvo Pogliese, di Vicenza Francesco Rucco, di Treviso Mario Conte e il primo cittadino di Barletta, Cosimo Cannito. 

E nel Pd, come sempre, volano gli stracci: “Navigazione a vista sta portando il centrosinistra all’irrilevanza. Bisogna ripensare tutto e andare oltre il Pd”, scrive su Twitter l’ex ministro Carlo Calenda. “Sono d’accordo sul ripensamento complessivo, ma non sul superamento del Pd. Credo nella ricostruzione di un campo progressista, democratico di centrosinistra”, replica Maurizio Martina. 

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