Palermo, sequestrati i due storici punti vendita del “Bar Alba”

di Redazione

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Palermo, sequestrati i due storici punti vendita del “Bar Alba”

| giovedì 19 Luglio 2018 - 19:19

I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Palermo hanno eseguito gli arresti domiciliari e la misura interdittiva nei confronti dei soci e amministratori sia delle società fallite che hanno gestito il “Bar Alba” di piazza don Bosco e di Mondello, che dell’attuale srl che detiene ad oggi la titolarità delle attività commerciali. Disposto anche il sequestro preventivo degli esercizi e delle somme di denaro riconducibili agli indagati. L’accusa è di bancarotta. 

L’operazione è stata denominata “Alba finale”. Le indagini delle fiamme gialle hanno riguardato, inizialmente, le precedenti società che, a partire dal 2009, hanno condotto l’attività dei due noti bar di piazza Don Bosco e viale Margherita di Savoia. Successivamente, l’attenzione investigativa degli inquirenti si è spostata nei confronti del nuovo soggetto giuridico che, ad oggi, è proprietario delle attività commerciali. È stato accertato come la società “N. Pasticceria Alba srs”, riconducibile a Giuseppe Tarantino, ritenuto prestanome del boss-manager Giuseppe Corona, re del riciclaggio e degli investimenti di Cosa nostra, dopo avere acquisito nel 2009 l’azienda di bar e pasticceria dagli originari proprietari, abbia affittato nel 2014 i suoi due rami di azienda – i bar di piazza don Bosco e di Mondello – rispettivamente alla Bar Alba srl e alla Pasticceria Alba srl.

Mafia, sequestrate le due sedi del Bar Alba 

Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di appurare come queste ultime società fossero, in realtà, sempre riconducibili a Tarantino e alla coniuge, Giovanna Porcelli, e come le stesse non avessero mai pagato – o pagato solo in parte – i canoni di locazione, lasciando la “N Pasticceria Alba srl”, di fatto non più operativa, in stato di decozione e prossima al fallimento, in effetti intervenuto nell’aprile 2017. Con il subentro delle nuove società, hanno fatto ingresso nella gestione dei bar, in qualità di soci e membri dei rispettivi consigli di amministrazione, anche gli altri indagati colpiti dai provvedimenti di oggi, Giuseppe Caronia (padre del politico Marianna Caronia), l’avvocato Marcello Madonia, il commercialista Ermelindo Provenzani, e Epifanio e Filippo Arcara. A seguito del cambiamento della composizione delle compagini societarie, i coniugi Tarantino sono stati – in forza di azioni legali avviate da parte dei nuovi soci – estromessi dalle aziende, che nel giro di due anni sono anch’esse state dichiarate fallite. 

Prima che fosse dichiarato il fallimento della Bar Alba srl e della Pasticceria Alba srl, Caronia, insieme alla moglie, Susanna Castania, a Marcello Madonia e Provenzani e altri indagati, ha posto in liquidazione le società, stipulando nell’aprile 2016, per conto delle stesse, un contratto di concessione, affidamento e uso a titolo gratuito dei rami d’azienda, costituiti dai due bar di piazza Don Bosco e di Mondello, a favore di una neo-costituita società, denominata A.p.r. srl, sempre di proprietà degli indagati, con il proposito di lasciare in capo alle società cedenti, ormai decotte, tutti i debiti. Nel frattempo, è stato raggiunto un accordo con il personale impiegato nei bar, che sarebbe transitato, previa nuova assunzione, nella A.p.r. srl, nei confronti della quale i lavoratori hanno formulato espressa rinuncia di qualsiasi azione per le pregresse retribuzioni non pagate e per i crediti maturati in relazione al Tfr.

La bancarotta e l’escamotage 

La procura ha contestato a tutti gli indagati i reati di bancarotta fraudolenta e documentale, in relazione alle molteplici cessioni e affitti di rami d’azienda da una società all’altra, in quanto rappresentative di un ‘disegno criminoso’ posto in essere, prima, dai coniugi Tarantino e Porcelli, successivamente, da Caronia, insieme alla moglie, Madonia e Provenzani, finalizzato allo svuotamento dell’attivo patrimoniale dalle società decotte, a favore di un nuovo soggetto giuridico col quale proseguire l’attività di impresa, sfruttando l’avviamento e il noto marchio Bar Alba. Con il provvedimento, il gip ha disposto l’applicazione degli arresti domiciliari nei confronti di Tarantino e Caronia, le misure interdittive dell’esercizio di uffici direttivi di imprese o societa’ nonché della libera professione per 6 mesi, nei confronti dell’avvocato Madonia, del commercialista Provenzani e di Giovanna Porcelli. Contestualmente il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo dei rami d’azienda – per un valore di circa 6 milioni di euro dei bar di piazza Don Bosco e via Margherita di Savoia, in via Scrofani e in via D’Azeglio. Il giudice ritenendo, infine, che il trasferimento dei bar da una società all’altra abbia pregiudicato le pretese creditorie dell’Erario nei cui confronti le società Bar Alba srl e Pasticceria Alba srl, erano esposte per oltre 600 mila euro, ha disposto – in relazione al reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte – il sequestro preventivo, anche per equivalente, delle disponibilità finanziarie nei confronti di Caronia, Madonia, Provenzani, Castania e degli Arcara, nonché di Ermelinda Salvia (ex liquidatrice delle due società prima del loro fallimento), per l’importo complessivo pari a 606.132 euro.

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