Manovra, deficit al 2% e pensioni d’oro: tutto è ancora aperto

di Redazione

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Manovra, deficit al 2% e pensioni d’oro: tutto è ancora aperto

| lunedì 03 Dicembre 2018 - 02:53

Il governo gialloverde continua a trattare sul deficit al 2%. È una vera e propria corsa contro il tempo, perché nel caso in cui non dovesse arrivare l’accordo, l’Ue si troverà costretta a determinare la procedura contro l’Italia il 19 dicembre. E la svolta in positivo alla vicenda potrebbe arrivare dal pacchetto di 54 emendamenti alla manovra presentati in commissione alla Camera.

Tra le proposte, via il taglio delle pensioni d’oro, il pacchetto per la famiglia, ‘quota 100’ e reddito che saranno in provvedimenti separati. Ci sono invece il raddoppio dal 20 al 40% del taglio dell’Imu sui capannoni e più fondi per ridurre le liste d’attesa nella sanità e per 4mila nuove assunzioni nei centri per l’impiego. 

Ettore Rosato del Pd, attacca su Twitter: “L’emergenza Genova sarà a carico dei cittadini liguri. Il Governo, dopo aver fatto un decreto che metteva poco o niente per il Ponte Morandi, ora prevede aumento accise benzina (quelle che Salvini voleva abolire in campagna elettorale…): +0,05 euro/litro in Liguria. L’incremento è previsto per il solo 2019”.

Manovra, il governo continua a trattare

Intanto Conte, in una nota congiunta con Matteo Salvini e Luigi Di Maio, “ha evidenziato puntualmente l’apertura del governo a un dialogo franco e rispettoso con le istituzioni europee, senza rinunce su quel patto con gli italiani fondato su equità sociale, lavoro, crescita e sviluppo sostenibile che costituisce la stella polare della nostra azione. L’Italia si sta rialzando e in tutti i tavoli, dall’Europa agli incontri con i maggiori partner internazionali, siamo nelle mani giuste, quelle del presidente Conte”.  

“Conte sta illustrando all’Europa le potenzialità dell’ampia agenda di riforme che riporterà il Paese a crescere, evitando il rischio di una terza recessione e aprendo all’Italia una prospettiva futura migliore. Le nostre misure rimettono in moto l’occupazione e la produttività, tendendo la mano a chi è rimasto indietro in questi anni di crisi, dando respiro ai consumi e guardando agli investimenti come trampolino fondamentale per la crescita nel lungo periodo”, concludono i vicepremier. 

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