L’Economist boccia l’Italia, persi 12 posti nell’indice della democrazia

di Emanuele Termini

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L’Economist boccia l’Italia, persi 12 posti nell’indice della democrazia

| mercoledì 09 Gennaio 2019 - 08:21

È una bocciatura netta quella dell’Economist nei confronti dell’Italia che, secondo i suoi analisti, è scesa dal 21esimo alla 33esimo posto nella classifica globale del ‘Democracy Index’ (Indice della Democrazia). In ribasso anche il voto complessivo, da 7,98 a 7,71 punti. Il voto complessivo vede in testa la Norvegia (9,87 punti), quindi Islanda (9,58), Svezia (9,39), e Nuova Zelanda (9,26) che scavalca la Danimarca (9,22) diventata quinta.

Si conferma sesto il Canada (9,15), a pari merito con l’Irlanda (9,15), seguita da Finlandia (9,14) e Australia (9,09). Gli Usa (7,96) sono venticinquesimi e la Corea del Nord ultima (167/a a 1,08 punti). In Europa Occidentale l’Italia scende dal 15/o al 18/o posto, superata da Malta (13/a), Spagna (14/a), Portogallo (15/o) Francia (16/a) e Belgio (17/o). Fino alla Spagna – secondo l’analisi dell’Economist – la democrazia è ‘compiuta’, dal Portogallo alla Grecia (20/a) è ‘imperfetta’, mentre la Turchia, fanalino di coda in Europa, è un ‘regime ibrido.

Il governo del cambiamento bocciato dall’Economist

Secondo gli analisti dell’Economist il Bel Paese ha sofferto nel 2018 gli effetti di una “disillusione” verso le istituzioni politiche, dai partiti allo stesso Parlamento, che “ha alimentato un sostegno crescente a uomini forti che bypassano le istituzioni”. Si è indebolito così il parametro sulla ‘Cultura Politica’, sceso da 8,13 a 6,88 punti e quello sui ‘Diritti Civili’, in calo da 8,53 a 8,24 punti, invariato invece quello sul ‘Pluralismo’ (9,58), mentre è salito quello sulla ‘Partecipazione Politica’ da 7,22 a 7,78 punti. Fiona Mackie, autrice del rapporto, e Agnese Ortolani, analista per l’Ue e l’Italia, sostengono che “la disillusione italiana è culminata nella formazione di un governo ‘anti-estabilishment’, che include l’estrema destra anti immigrazione della Lega“.

In particolare le due analiste evidenziano l’utilizzo frequente da parte del vicepremier Matteo Salvini di una “retorica contro gli stranieri che è stata largamente criticata dalle associazioni per i diritti umani”. Nel report si fa riferimento ad azioni “in contrasto con la Corte Europea dei Diritti Umani” e alla la decisione della commissaria dell’Onu Michelle Bachelet di inviare osservatori in Italia. “Tutto questo – si legge ancora nel report dell’Economist – contribuisce al rischio di deterioramento delle libertà civili in Italia”.  Si parla anche del ‘Decreto Sicurezza’ che – in base alla valutazione degli analisti – “potrebbe far cessare lo stato di protezione umanitaria per circa 100mila migranti”.

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