Davos, l’Fmi stronca l’Italia: “Con Brexit tra i primi rischi globali”

di Redazione

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Davos, l’Fmi stronca l’Italia: “Con Brexit tra i primi rischi globali”

| lunedì 21 Gennaio 2019 - 16:30

“In Europa continua la suspence su Brexit, e il costoso intreccio fra rischi sovrani e rischi finanziari in Italia rimane una minaccia”. Lo ha detto il direttore della Ricerca del Fmi Gita Gopinath nel corso della presentazione del rapporto alla vigilia del Forum economico mondiale di Davos.

In cima alla sezione sui rischi globali, si legge: “Gli spread italiani sono scesi dal picco di ottobre-novembre ma restano alti. Un periodo prolungato di rendimenti elevati metterebbe sotto ulteriore pressione le banche italiane, peserebbe sull’attività economica e peggiorerebbe la dinamica del debito”. Allerta anche per una “Brexit senza accordo dal carattere dirompente, con contagio all’estero, e un aumentato euroscetticismo intorno al voto europeo di maggio”.

A preoccupare il Fmi ci sono anche la frenata peggiore del previsto in Cina, un’escalation commerciale, uno ‘shutdown’ prolungato negli Usa. Il fondo monetario internazionale taglia intanto allo 0,6%, dall’1% di ottobre, la previsione di crescita per l’Italia nel 2019, mantenendola allo 0,9% per l’anno successivo.

Secondo l’aggiornamento del World Economic Outlook, l’Italia è individuata con la Germania come uno dei fattori la cui frenata a fine 2018 ha fatto rivedere in peggio le stime di crescita per l’Eurozona e comportato un calo dell’euro del 2% fra ottobre e gennaio. A livello globale, sono previste meno crescita nel 2019 e 2020 e più incognite fra cui una possibile escalation nello scontro Cina-Usa sui dazi e un ‘atterraggio duro’ dell’economia cinese. Le nuove stime del Fmi prevedono una crescita globale del 3,7% nel 2018, come tre mesi fa, ma peggiorano il 2019 (3,5% da 3,7%) e il 2020 (3,6% da 3,7%).

“L’economia globale fronteggia rischi significativamente più alti, alcuni dovuti alle politiche intraprese dai governi”. Il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, spiega: “Significa che una recessione globale è dietro l’angolo? No”. Lagarde, facendo un’analogia con lo sci da fondo dove “è desiderabile avere visibilità, una leggera discesa, stabilità, pochi rischi e pericoli”, ha notato che oggi sciare è diventato più impegnativo invitando le autorità a “tenersi pronte se rischi dovessero materializzarsi”. Nell’Eurozona pesano, invece, la frenata del Pil italiano e tedesco (1,3% per il 2019) e quella della Francia (1,5%) fra le proteste dei gilet gialli.

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