Agromafie, mozzarelle con soda e pesce tossico: business da 24,5 miliardi

di Rosanna Pasta

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Agromafie, mozzarelle con soda e pesce tossico: business da 24,5 miliardi

| giovedì 14 Febbraio 2019 - 10:31

Mozzarelle sbiancate con la soda, pesce andato a male rinfrescato con cafados e tanti altri alimenti tossici sulle tavole degli italiani. Il sesto rapporto Agromafie 2018 Coldiretti, Eurispes e Osservatorio della criminalità nell’agroalimentare rileva un business di 24,5 miliardi di euro, con un aumento del 12,4%.

Una rete criminale incrocia la filiera del cibo, da produzione e trasposto a distribuzione e vendita, moltiplicando i prezzi per i consumatori e danneggiando l’immagine del Made in Italy con prodotti non sani. Gli allarmi per la salute, soltanto nello scorso anno, sono stati 399.

Secondo quanto evidenzia il rapporto, le organizzazioni criminali hanno cambiato volto per gestire meglio quello che lo stesso documento definisce “mafia 3.0“. Nelle mani dei poteri criminali ci sono adesso persone colte, preparate e in grado di parlare diverse lingue: sono gli stessi figli, nipoti e parenti delle famiglie più influenti, mandati a studiare all’università.

Agromafie, il “menù criminale” sulle tavole degli italiani

Il “menù criminale” si compone di alimenti, spesso simboli del Made in Italy, trattati in maniera tossica e serviti sulle tavole degli italiani. Le mozzarelle vengono sbiancate con la soda perossido di benzoile, il pesce vecchio viene rinfrescato con il cofados, il miele viene “tagliato” con sciroppo di riso, la carne proviene da macelli clandestini di animali rubati, le nocciole turche vengono prodotto con il lavoro di minori.

Vengono poi proposte le frittelle di bianchetti, conosciuti a Napoli come cicinielli e vietati dal regolamento UE 1967/2006, riso che arriva dalla Birmania frutto della persecuzione e del genocidio dei Rohingya, tartine di tartufi cinesi spacciati per italiani. Per non far mancare niente, il tutto viene accompagnato con vino di scarsa qualità, adulterato con zucchero. Non viene risparmiato neanche il pane, spesso cotto in forni clandestini che usano scarti di legname o vecchi mobili laccati.

Coldiretti lancia un appello: controllare la qualità dei cibi

“È necessario controllare affinché tutti i prodotti che arrivano sulle tavole degli italiani, provenienti dall’interno o dall’estero dei confini nazionali rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti in vendita sugli scaffali o serviti al ristorante, ci sia un percorso di qualità e legalità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute”, afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

 

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