Scioglimento dell’Asp Reggio Calabria, le motivazioni in Gazzetta Ufficiale

di Redazione

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Scioglimento dell’Asp Reggio Calabria, le motivazioni in Gazzetta Ufficiale

| domenica 07 Aprile 2019 - 16:24

E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DPR firmato da Mattarella di ratifica della decisione del Governo risalente al 7 Marzo scorso per lo scioglimento della Azienda Sanitaria di Reggio Calabria, con allegati i due documenti relativi alla relazione del Ministro dell’Interno ed alla relazione del Prefetto.

Le motivazioni del provvedimento

Dalla lettura si evince dettagliatamente che le motivazioni che hanno determinato il provvedimento sono sono molteplici e fotografano una realtà inquietante, particolarmente inquinata e gravemente compromessa. La relazione del Ministro Salvini , raccoglie il lavoro della commissione formata dal Prefetto Meloni,dal viceprefetto Maria Carolina Ippolito e dal dirigente Domenico Giordano, in carica per diciotto mesi con lo scopo primario di allontanare “ ogni motivo di deterioramento e inquinamento dell’Amministrazione dell’ASP di Reggio Calabria.”

I rilievi sono elencati in una lunga sequela di fatti, comportamenti ed atti omissivi come anche atti commessi in violazione di leggi di diverso contenuto, come negli allegati si legge nelle risultanze della meticolosa azione di verifica svolta dalla polizia giudiziaria, che evidenzia “ la forte capacità di penetrazione dei sodalizi malavitosi nella realtà economica sociale e nel tessuto amministrativo locale, con accentuata propensione delle organizzazioni ‘ndranghetistiche ad ingerirsi nella sanità pubblica “.

La magistratura, peraltro, ha indagato non soltanto sulle persone ma anche e soprattutto nella attività gestionale dell’ASP, rilevando come nel corso degli anni abbia “ omesso di adottare le dovute misure disciplinari verso dipendenti condannati in via definitiva per associazione di tipo mafioso o reati aggravati “, e come il settore “ risorse umane” sia assolutamente fuori controllo. Dalla relazione del Prefetto emergono collegamenti e collusioni in vari settori dell’attività anche amministrativa dell’Azienda configurandosi svariate ipotesi di reato. Peraltro già la sezione regionale della Corte dei Conti nel 2017 aveva evidenziato le forti criticità relative al settore economico-finanziario, come la mancata approvazione dei bilanci dal 2013, la mancata tenuta delle obbligatorie scritture contabili e l’eccessiva esposizione debitoria dell’Ente senza contezza né capacità di controllo.

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