Reddito di Cittadinanza: il social media manager si infuria e Inps chiede scusa

di Redazione

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Reddito di Cittadinanza: il social media manager si infuria e Inps chiede scusa

| giovedì 18 Aprile 2019 - 17:04

È bufera sul Reddito di Cittadinanza: non per la misura di assistenza ma per la querelle nata sulla pagina Facebook “Inps per la famiglia”. 

La pagina dovrebbe dare risposte agli utenti relative alla misura e alla verifica degli importi e assistere i cittadini in dubbio o in difficoltà. Come riporta “Il Fatto Quotidiano”, dopo essere stata invasa di commenti, pertinenti e non, il social media manager ha iniziato a “blastare” gli utenti, rispondendo in modo sarcastico alle loro richieste. Fenomeno che in poche ore è diventato virale.

Le risposte sarcastiche che hanno fatto infuriare il web

A chi domandava come ottenere il pin per accedere al reddito, ad esempio, ha risposto: “Basta chiederlo a Poste o a Inps. Oppure è troppo impegnata a farsi i selfie con le orecchie da coniglio?“. Ma non è finita qui. “Perché invece di ripetere le stesse cose non va sul sito Inps e richiede il PIN che ci vogliono 5 minuti!!??“, ha risposto ad un altro. E ancora: “Mio figlio ha 26 anni, mai lavorato (legalmente), dove può recarsi per avere più delucidazioni sul reddito di cittadinanza?“, ha chiesto qualcuno nei commenti. “Innanzitutto le consigliamo di non scrivere che suo figlio ha lavorato in nero sui social della Pubblica amministrazione che dovrebbe fare controlli su questi aspetti, perché sono costretto a inviare segnalazione ai nostri ispettori per controllo di suo figlio. Se suo figlio sta lavorando in nero e fa domanda per il reddito di cittadinanza rischia fino a 6 anni di prigione”, ha replicato il social media manager. Oppure: “Inps per la Famiglia in questo modo saremo costretti tutti a lavorare in nero o come facciamo altrimenti? Oppure si potrebbe andare a rubare. Cosa ci consigliate di fare?“. La risposta ufficiale: “Chiedete ai rappresentanti politici che fanno le leggi non a Inps che è chiamata ad applicarle“.

Alla lista di domande e risposte si sono aggiunti i commenti degli utenti-spettatori: “Sto disdicendo Netflix perché tutto questo è splendido“, “Ragazzi, occhio, che Zoro vi dedica una puntata di Propaganda Live“. E ancora “Popcorn per tutti”, “Questa pagina è più avvincente del Codice da Vinci”.

I provvedimenti

Per arginare la situazione è apparso poi sulla pagina un messaggio ufficiale: Si ricorda a tutti gli utenti – scrive Inps per la famiglia – che su questa pagina NON è possibile pubblicare commenti che contengano valutazioni politiche né favorevoli né contrarie. Qui si chiedono informazioni nei limiti della nostra social media policy e netiquette che voi accettate implicitamente scrivendo qui. NON dovete interloquire nei commenti di altri utenti ma aprire thread personali con le vostre richieste. Inoltre – precisa l’Inps – insultare chi vi risponde qui, sempre con gentilezza, può essere diffamazione nei confronti di una Pubblica amministrazione, quindi cortesemente fate un po’ di attenzione e se volete segnalarci problemi o chiedere informazioni aiutateci a svolgere il nostro lavoro correttamente”. Solo l’anticamera, in realtà, del vero e proprio messaggio di scuse apparso giovedì sulla pagina facebook: “Cogliamo l’occasione per scusarci con quanti possano essersi sentiti toccati od offesi da alcune nostre risposte”.

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