Il Cdm sul caso Siri, Conte decide la revoca del sottosegretario

di Redazione

» Cronaca » Il Cdm sul caso Siri, Conte decide la revoca del sottosegretario

Il Cdm sul caso Siri, Conte decide la revoca del sottosegretario

| mercoledì 08 Maggio 2019 - 11:18

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha deciso la revoca del sottosegretario leghista Armando Siri, indagato dalla procura di Roma per corruzione. Il decreto di revoca, a quanto si apprende, è stato adottato dal premier, sentito il Cdm che ha a lungo dibattuto.

Conte decide la revoca per Siri

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha portato al tavolo del Consiglio dei ministri le motivazioni che sono alla base dell’opportunità di revocare il sottosegretario Armando Siri. Dopo il suo intervento è intervenuta il ministro della pubblica amministrazione Giulia Bongiorno che ha illustrato la posizione della Lega. Già nei giorni scorsi il ministro si era spesa per la linea contraria alle dimissioni.

Il dibattito poi si è allargato praticamente a tutti i ministri in Cdm. Dopo gli interventi dei due “avvocati”, il premier Giuseppe Conte e il ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, al tavolo del consiglio sull’opportunità della revoca di Siri sono intervenuti diversi ministri del M5S e della Lega, a cominciare dai due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Durante la discussione, il ministro dell’Interno avrebbe ribadito: “fiducia nel premier ma anche difesa del sottosegretario Armando Siri, innocente fino a prova contraria”. Secondo quanto riferiscono fonti del Carroccio il tutto si sarebbe svolto in maniera civile e pacata.

La Lega: “Ora basta con litigi e polemiche”

Intanto la Lega incalza. “Basta coi litigi e con le polemiche, ci sono tantissime cose da fare: FLAT TAX per famiglie, imprese e lavoratori dipendenti, autonomia, riforma della giustizia, apertura dei cantieri, sviluppo e infrastrutture: basta chiacchiere, basta coi NO e i rinvii”. Lo dichiarano fonti della Lega al termine del Consiglio dei ministri.

L’autonomia  – scrivono intanto in una nota i capigruppo leghisti di Camera e Senato – rappresenta un passo epocale per tutto il Paese e si farà. Da Nord a Sud le 9 Regioni che vogliono gestire i soldi degli italiani in modo più efficiente, con meno sprechi e burocrazia e più vicino alle esigenze dei cittadini hanno il diritto di avere una risposta concreta. E’ scritto nella nostra Costituzione e il governo ha l’obbligo di rispondere. Chi non vuole la riforma prevista nel contratto di governo non vuole il bene del Paese”.

Prima della riunione Salvini ha riunito i ministri della Lega nell’ufficio di Giancarlo Giorgetti. Non ci sarebbero stati contatti diretti, in mattinata, tra M5s e Lega.

La battaglia via social

Il dibattito si muove anche sui social network. Durante la riunione dopo un tweet con la foto della figlia, Matteo Salvini ha pubblicato un altro post mentre è ancora in corso la riunione del Cdm, stavolta per rilanciare la raccolta di firme per la castrazione chimica.

“Dopo il grande successo di sabato e domenica, nonostante pioggia e maltempo – scrive il vicepremier e ministro dell’Interno – anche questo fine settimana raccolta firme a sostegno della proposta della Lega per la castrazione chimica per pedofili e stupratori”. “Il Parlamento – aggiunge – non potrà far finta di nulla. Vi aspetto”.

Al via il Cdm sul caso Siri

Ha preso il via a Palazzo Chigi la riunione del Consiglio dei ministri. Tra i punti all’ordine del giorno, oltre ad alcuni decreti legislativi di attuazione di direttive europee, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte porterà in questa riunione la sua proposta di revoca del sottosegretario leghista Armando Siri, indagato dalla procura di Roma per corruzione.

I ministri 5 Stelle – tutti presenti, da Riccardo Fraccaro a Alberto Bonisoli a Barbara Lezzi – sono entrati in blocco nella sala del Consiglio alle 9:45, ad eccezione di Luigi Di Maio. I leghisti, tutti presenti anche loro, da Gian Marco Centinaio a Giulia Bongiorno, sono entrati singolarmente nella stessa sala a partire dalle 10:20. Alla stessa ora ha fatto il suo ingresso anche il vicepremier Matteo Salvini.

Qualche minuto dopo è arrivato anche l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, e ha preso posto nella sala del Consiglio. Ultimo a sedersi al tavolo del Cdm il premier Giuseppe Conte, entrato poco dopo le 10.30. Sono assenti i ministri Giovanni Tria ed Enzo Moavero. Prima della riunione Salvini ha riunito i ministri della Lega nell’ufficio di Giancarlo Giorgetti. Non ci sarebbero stati contatti diretti, in mattinata, tra M5s e Lega.

Prima del Cdm il blog delle stelle ha rilanciato l’appello di Luigi Di Maio a chiedere a Siri di lasciare. “La Lega non arrivi alla conta, è l’ultimo appello”, ha detto di Di Maio. Salvini, dal canto suo, fa sapere che, se ci sarà voto, si opporrà alla revoca, ma che poi si andrà avanti.

L’ipotesi di un non voto

Il caso Siri sembra arrivato alla resa dei conti finale. Nonostante ciò, il Consiglio dei ministri potrebbe chiudersi anche senza alcuna votazione. Nelle prerogative del premier Conte c’è infatti anche quella di scrivere da solo un atto di revoca del sottosegretario, senza dover passare dal voto all’interno del Cdm.

La “via del non voto” per il premier rappresenta quindi la strada migliore per evitare o almeno limitare una nuova frattura politica all’interno del governo. Conte, infattim nei giorni scorsi ha ribadito più volte di escludere l’ipotesi di una resa dei conti.

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820