A Chernobyl tornano gli animali: si sono adattati all’ecosistema

di Redazione

» Amici animali » A Chernobyl tornano gli animali: si sono adattati all’ecosistema

A Chernobyl tornano gli animali: si sono adattati all’ecosistema

| domenica 12 Maggio 2019 - 17:23

Dieci specie di mammiferi e cinque di uccelli. È questa la biodiversità che gli studiosi hanno trovato nei 2.600 chilometri quadrati che circondano la centrale nucleare di Chernobyl. Come aveva capito Charles Darwin, la storia della vita è la storia dell’adattamento all’ambiente.

L’incidente del 1986

Dopo l’incidente del reattore numero 4 il 26 aprile 1986, a Chernobyl venne istituita una “zona di esclusione” (o alienazione). L’esplosione causò il rilascio di una quantità di radiazioni 400 volte superiori a quelle liberate dall’atomica a Hiroshima. L’area più vicina alla centrale, con un raggio di circa 30 chilometri quadrati, sarebbe dovuta rimanere disabitata per secoli.

Adesso, attorno al fiume di Pripyat – distante circa 3 chilometri dalla centrale – ci sono aquile di mare coda bianca, visoni americani e lontre di fiume. E ancora lupi grigi, uccelli ghiandaia, gazze europee, corvi imperiali, topi, donnole, martori eurastatici, cani procione. Un totale di 232 individui animali osservati fin’ora, appartenenti a 15 diverse specie.

La ricca fauna selvatica si è adattata all’ecosistema contaminato tra l’Ucraina e la Bielorussia. Secondo alcuni studi, le specie presenti hanno subito mutamenti genetici (come la pelle più scura per le rane che vivono nella zona di esclusione, o livelli più alti di albinismo per alcune specie di uccelli), ma gli effetti delle radiazioni non sembrerebbero aver causato danni irreparabili alla sopravvivenza della popolazione selvatica.

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820